Rinnovo CCNL 2022/2024 - Esito secondo confronto tecnico

Rinnovo CCNL 2022/2024 - Esito secondo confronto tecnico

Il giorno 23 maggio 2024 si è tenuto il secondo confronto a Palazzo Vidoni del negoziato in fase tecnica per lo sviluppo delle procedure relative al rinnovo del contratto di lavoro del personale dei Comparti Sicurezza e Difesa riferito al triennio 2022/2024. (...)

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La parte pubblica ha aperto i lavori evidenziando le criticità che sono emerse al tavolo tecnico delle Forze Armate e delle Forze di Polizie ad ordinamento militare, dovute a richieste strumentali e non attinenti al nostro obbiettivo primario ovvero l’aumento del potere d’acquisto dello stipendio dei poliziotti, che in un momento socio politico delicatissimo deve essere raggiunto al più presto gestendo al meglio ed in modo equilibrato le risorse economiche a disposizione. Attesa la pericolosa situazione di “stallo” delle trattative che si stava prefigurando, il SIULP e il SIAP, continuando a trattare nel solco di quanto già comunicato con il documento relativo al primo incontro del tavolo tecnico, tenutosi il giorno 8 maggio u.s., hanno preteso il proseguo dei lavori, finalizzato ad analizzare in modo dettagliato le risorse a disposizione attraverso la presentazione di analitiche tabelle riassuntive suddivise in base alle specifiche decorrenze , respingendo al mittente ogni tentativo di rallentare l’eventuale raggiungimento di un accordo che per le nostre OO.SS. deve far confluire il 100% delle risorse contrattuali a disposizione sulle voci fisse e continuative (parametro ed indennità pensionabile). Pertanto sul fronte della “specificità” abbiamo ribadito quanto già chiarito da subito in occasione del primo incontro tecnico, ovvero che dovrà essere remunerata solo ed esclusivamente con le risorse economiche dedicate alla retribuzione accessoria e all’aumento delle diverse indennità. Disponibilità economica che abbiamo già definito insoddisfacente, infatti i circa 8 milioni di euro, cablano solo 7 euro a persona, da suddividere per tutte le voci e per questo abbiamo richiesto, l’individuazione di nuovi fondi per remunerare adeguatamente la cosiddetta “specificità” professionale della nostra categoria. Oggi abbiamo toccato con mano una situazione che indubbiamente rafforza quanto già richiesto dalle nostre sigle sindacali, ovvero l’immediata separazione del Comparto Sicurezza e Difesa perché non intendiamo minimamente snaturare il valore della nostra “mission istituzionale” che abbiamo il dovere di portare avanti nel solco di quanto tracciato e sancito dai valori democratici della legge 121/81. Dobbiamo ottenere la cristallizzazione delle risorse a disposizione e per questo abbiamo rivendicato la pregiudiziale necessità di portare sul tavolo delle trattative i dati dei costi di gestione delle indennità accessorie delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, partendo dalla spesa sostenuta per le ore di straordinario. Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia Sindacato Italiano Appartenenti Polizia Inoltre per quanto riguarda la necessità di rendere dignitosa la remunerazione del lavoro straordinario che grava pesantemente sui poliziotti, abbiamo ribadito l’urgente introduzione di un criterio perequativo, basato sull’utilizzo delle risorse economiche a disposizione le quali dovranno essere utilizzate per pagare meglio chi lavora ; in estrema, sintesi, chi lavora in mezzo alla strada dovrà guadagnare di più, lavorando di meno. Obiettivo che si può raggiungere diminuendo il budget del monte ore complessivo a disposizione delle Amministrazioni, aumentando la remunerazione di ogni singola ora riducendo il carico di lavoro, lasciando così inalterata la “cubatura” delle risorse a disposizione. Sul fronte della Previdenza abbiamo ribadito la necessità di concretizzare al più presto l’introduzione della Previdenza Dedicata attraverso la piena applicazione equo ordinativa in termini di coefficienti di trasformazione, percorso prioritario per cercare di salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni dei poliziotti che sono stati assunti dopo il 31.12. 1995, ovvero dopo l’introduzione del sistema previdenziale contributivo previsto dalla cosiddetta Legge “Dini”(Nr.335/1995) che come noto non è mai stata applicata per la parte relativa alla fallimentare previdenza complementare che avrebbe dovuto colmare la perdita del valore delle pensioni basate sul calcolo contributivo. In conclusione, come già ribadito durante il primo incontro, è stata sollecitata la necessità di attivare al più presto il tavolo per la stipula del primo contratto della dirigenza, con tabelle che indichino l’esatto ammontare delle somme disponibili.

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