Il 2 giugno e il senso dello Stato
Le ricorrenze significative per la vita della democrazia e di ogni cittadino, specie in questa difficile fase storica, sono necessarie per mantenere viva la memoria collettiva di un popolo che deve ripensare il proprio futuro. A nostro parere, se in più occasioni abbiamo avuto una posizione critica, rispetto al nostro essere “popolo dalla memoria ballerina” non abbiamo mai abiurato le regole democratiche e il senso dello Stato. (...)
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Dal 1946 ad oggi sono cambiati i colori delle nostre uniformi, le denominazioni dei reparti, i distintivi di qualifica (gradi) e le fogge dei copricapi, ma mai i poliziotti e le poliziotte hanno fatto venir meno lo spirito di servizio verso la comunità e le istituzioni della nostra Repubblica, libera e democratica, della difesa strenua dei valori propugnati dalla Costituzione, che sono impressi nel nostro DNA anche quando ci siamo immolati per il senso dello Stato.
E non vacilla la nostra idea di servire lo Stato e la democrazia, anche quando raccogliamo qualche delusione, o quando apprendiamo di efferati criminali autori di stragi e delitti inenarrabili, che vengono liberati per aver espiato una pena che, diversamente, per le famiglie di poliziotti, magistrati e vittime innocenti è un “fine pena mai”.
Perché per noi resta prioritario il rispetto delle leggi e dello Stato che le promulga. Le tante difficoltà e amarezze non incrinano il nostro imperativo categorico: Sub Lege Libertas. Viva l’Italia!
Roma, 2 giugno 2021
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