LA TRANSUMANZA DELLE TESSERE, SIGLE E SIGLETTE
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quasi in un vortice carico di sporcizia, sortilegio e volgarità, passano da un cosiddetto “contenitore” a un altro, contribuendo così a rendere i confini valoriali ed etici sempre più indistinti. Il quadro confuso consente di millantare l’elusività dei valori o schizzi confederali e autonomi che non hanno nulla a che vedere con le due tradizioni del sindacalismo italiano dei lavoratori in uniforme. In seno a detto scenario qualcuno ha programmata la farsa, prima la lettera di un potentato sindacale esterno coadiuvato da un punto e a capo e un punto e virgola (come nei film del grande Totò), poi un numero o un florilegio linguistico nel tentativo di marcare il laconico distinguo dagli altri che, sino al giorno prima erano stati prescelti dal padrone di turno che gestisce risorse e non sa cosa vuol dire essere poliziotti perché ha sempre fatto altro … La qual cosa ci farebbe anche sorridere se non fosse in danno di ciò che i poliziotti rappresentano nel Paese e nei rapporti con il Governo e le forze politiche, avendo scelto di accordare la loro rappresentanza al Sindacato diretto da poliziotti e non da altri. Purtroppo per alcuni squallidi personaggetti che non fanno parte della polizia o quelli che indegnamente indossano l’uniforme, rischiano di trasformare il movimento sindacale del comparto sicurezza e le dinamiche relazionali degli uffici di polizia in una mattanza e, sempre più, in un triste e decadente zibaldone. Anche quando si sforzano di adornare per la festa àscari vestiti da pseudo delegati, privi di scrupoli e valori, nel tentativo di esaltarne le vacue chiacchiere, non sono credibili. Quello che sta accadendo ai confini del mondo sindacale della Polizia di Stato è paragonabile solo al più squallido meretricio dei peggiori bassi fondi dei porti della fine dell’800. Il SIAP si è sempre opposto e si opporrà con tutte le sue energie al giochino degli scambi repentini di casacca di sigle sindacali e alla transumanza delle tessere e delle disdette vere o troppo spesso non sottoscritte dall’inconsapevole collega. Diversi sono i casi di federazioni tra organizzazioni tendenzialmente affini, motivate e sorrette dalla consapevolezza di un progetto di rappresentanza e razionalizzazione sistemica se chiaro e condiviso, con obiettivi leggibili da tutti anche rispetto al non più rinviabile aumento della soglia di rappresentanza e altre regole che dovranno disciplinare la materia. Qui in casa SIAP non si vende e non si compra il consenso se consenso può essere definito il meretricio, le regole organizzative e democratiche interne sono chiare, non amiamo le zone d’ombra ne i toni della scale dei grigi, perché alimentano un sottobosco fetido e nauseante al punto da inibire il pensiero e indebolire tutto il movimento sindacale, la sua forza e la credibilità costruita in poco meno di quarant’anni. La democrazia dei numeri è necessaria quale premessa per le rivendicazioni e la tutela degli interessi legittimi dei poliziotti, ma deve essere supportata e gestita dalla politica sindacale e da scelte conseguenti ad una visione elaborata degli organismi interni e sintetizzata nelle piattaforme rivendicative, anche rispetto all’analisi delle dinamiche sociali, politiche e istituzionali. Dalle nostre parti non si fa cassa e non si elargisce denaro a indegni mercenari in giacca blu di varia natura e foggia, qui si fa Sindacato e si formano sindacalisti che siano degni della storia del movimento sindacale degli uomini e donne in uniforme. Chi si riconosce e condivide questo credo è il benvenuto … altrimenti aria, fuffa e truffe in giro ve n’è sono abbastanza. Confidiamo che l’Amministrazione non si presti ad avvallare operazioni che nulla hanno a che vedere con il diritto di associazione e di rappresentanza, nella speranza che anch’essa senta la necessità di aprire un confronto con il Sindacato sulla delicata e complessa materia delle relazioni sindacali. Per il SIAP vanno ridisegnate nuove e più stringenti regole per porre un freno alla degenerazioni truffaldina del mercato delle tessere che indebolisce il sindacato sano, ma soprattutto l’immagine e la fiducia che i cittadini nutrono verso i poliziotti, considerato che il crepuscolo dei sindacati minori, localizzati e non rappresentativi nuoce gravemente all’autorevolezza della Polizia di Stato e di tutti gli appartenenti.
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