DURA PRESA DI POSIZIONE DEL SIAP IN FAVORE DELLE CASE PER I POLIZIOTTI
Roma, 21 Marzo 2012 - Denuncia
Destinati alle forze dell’ordine, finiti nelle mani dei vip
«Avviare indagini approfondite e capire cosa è successo»
Giuseppe Tiani
BARI - Truffa, inganno, vergogna. Non ha altre parole Giuseppe Tiani, segretario nazionale del sindacato di polizia Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia), per commentare la vicenda dei palazzi in via Pappacena a Poggiofranco. Quelle case destinate alle forze dell’ordine e poi diventate le dimore per i vip della città. Soltanto il sospetto che dietro i palazzi ci sia una truffa fa saltare Tiani sulla sedia. «Ci costituiremo parte civile nel processo», attacca il sindacalista. E poi rilancia: «Abbiamo presentato un esposto al presidente del consiglio Mario Monti e al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. A loro abbiamo chiesto di avviare indagini approfondite e capire cosa è successo a Bari in quegli anni». In quel condominio costruito per polizia, carabinieri e finanza, oggi ci abitano infatti consiglieri comunali, medici, avvocati, figli di magistrati. I 200 appartamenti sono per questo finiti al centro dell’inchiesta della Procura sui rapporti tra il gruppo Degennaro e il Comune. E in particolare sugli appalti che il gruppo imprenditoriale ha vinto negli ultimi anni. Tiani se la prende con chi non ha vigilato abbastanza. Con quelle istituzioni, Comune e Prefettura, che, secondo lui, non hanno fatto nulla per bloccare «la truffa». «I responsabili di questa vergogna - dice il segretario Siap - hanno usato una normativa speciale che prevede alloggi a prezzi agevolati per noi e le vittime della mafia per speculare e arricchire le proprie tasche».
La polizia quindi non starà a guardare. Sono già pronte numerose iniziative per sollecitare le istituzioni a capire meglio l’iter del cantiere e della gara per assegnare le abitazioni in fitto. Gli appartamenti sono rimasti vuoti per due anni, a causa del canone di locazione troppo alto, circa 1200 euro al mese. «Con gli stipendi da fame che prendiamo, come si poteva pensare che i poliziotti andassero a vivere nel quartiere d’elite di Bari?», si chiede Tiani. E aggiunge: «Lo stipendio di un agente arriva massimo a 1300 euro, quindi quelle case erano inaccessibili - spiega il portavoce nazionale del Siap - dovevano avere al contrario lo stesso canone degli alloggi popolari». Secondo Tiani, c’è stata una manovra per agevolare qualcun altro, con la complicità delle istituzioni e degli amministratori pubblici. Il sindacato intende per questo fare luce sulla vicenda e ha già incaricato il legale di occuparsi dell’acquisizione degli atti. Nell’inchiesta della Procura che ha portato i fratelli Daniele e Gerardo Degennaro agli arresti domiciliari, assieme ad altri tra funzionari e dirigenti, ci sono una trentina di indagati.
Gli inquirenti stanno ricostruendo quanto accaduto dopo che gli appartamenti sono stati completati. Alcuni sono stati venduti a privati (a prezzi calmierati: 1.700 euro al metro quadrato al posto dei 3.000 che è la quotazione minima di mercato della zona) e altri dovevano finire alle forze dell’ordine ma in realtà sono stati venduti lo stesso a privati. Questo perchè la convenzione stilata con la Prefettura prevedeva un fitto per una casa da 90 metri quadrati di quasi 1.200 euro al mese. Un prezzo tanto fuori mercato, specie per gli stipendiati, che il bando è andato praticamente deserto.