Albania, prossima realizzazione hotspot. Esito incontro
Si è svolta, il giorno 27 maggio, una prima riunione con le OO.SS. maggiormente rappresentative, per affrontare le problematiche e l’impiego del personale della Polizia di Stato che l’istituzione dell’hotspot e del relativo centro di accoglienza nello stato dell’Albania comporterà (...)
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La Delegazione di Parte Pubblica con a capo il Segretario del Dipartimento – Pref. Bracco – e i vertici del Servizio Ordine Pubblico, DAGEP, Tep e Tecnico Logistico, hanno rappresentato che rispetto all’apertura dei centri in questione vi è stata un’accelerazione sullo stato dei lavori nel porto di Shengjjn, ove sono stati completati i lavori per l’hotspot, mentre quelli del Centro di Accoglienza nella città di Gjader sono in via di definizione.
I servizi saranno diretti da un Dirigente Superiore, da due Primi Dirigenti e dall’Ufficiale di collegamento con l’Albania; saranno sotto la responsabilità, ognuno per la propria competenza, della Prefettura di Roma, della Questura di Roma e per la parte giudiziaria e civile del Tribunale di Roma.
In prima battuta a partire dal 2 giugno p.v. saranno inviati 20 operatori dei reparti mobili, suddivisi tra i ruoli degli ispettori, Sovrintendenti e Agenti Assistenti, per la vigilanza allo stabile sito nel porto di Shengjjn, suddiviso in 4 quadranti (h/24) e quindi in squadre da 5, con turno in quarta (senza riposo) e per un periodo di 30 giorni consecutivi. Inizialmente per questo impiego si stava valutando l’impiego di personale dei reparti Mobili di Napoli e Roma, su base volontaria, il cui trattamento economico sarà quello della missione internazionale di 100 euro al giorno col vitto e alloggio a carico dell’Amministrazione. Il personale sarà alloggiato presso un hotel ove consumerà anche i pasti; la trasferta presso lo stabile da vigilare, si ricorda al momento vuoto, avverrà tramite auto fornita dall’Amministrazione, in abiti borghesi, e solo una volta giunti presso l’hotspot indosseranno la divisa e l’armamento individuale custodito presso apposite cellette blindate.
Quando saranno terminati i lavori del Centro di accoglienza di Gjader, verosimilmente entro fine luglio p.v., il dispositivo di vigilanza e gestione dell’ordine pubblico interno agli stabili sarà gestito da un contingente interforze di 300 unità, 180 dei reparti inquadrati (70 P.S., 70 CC e 40 G.di F.); l’intero contingente tra reparti inquadrati, vigilanze, polizia scientifica, immigrazione e polizia giudiziaria sarà così ripartito: 176 P.S., 77 CC e 47 G.di F. e per la P.S. riguarderà anche 4 direttivi e 2 Sostituti Commissari, oltre agli operatori della Polizia Penitenziaria per la gestione di eventuali detenuti.
Rispetto alla questione giuridica delle strutture di Shengjjn e Gjader vigerà l’extraterritorialità; pertanto all’interno delle strutture si applicherà la legislazione italiana, mentre per tutte le incombenze all’esterno - esempio fughe, risse o reati vari commessi dai cittadini extracomunitari - sarà demandata alla polizia albanese, lo stesso dicasi per la vigilanza all’hotel ove verranno alloggiato il personale che sarà demandato sempre alle forze di sicurezza albanesi.
Il SIAP - considerata la natura interlocutoria di questo primo incontro dettato, come già detto, dall’esigenza di vigilare già dal 2 giugno prossimo la struttura sita nel porto di Shengjjn - ha chiesto che prima dell’invio di tutto il contingente vi debbano essere altri incontri per meglio definire e comprendere con quali accordi debbano operare le forze di polizia, come saranno strutturate le aggregazioni dei dipendenti, abbiamo altresì chiesto la rotazione tra tutti i reparti mobili e tutti gli altri Uffici per le incombenze diverse dall’ordine pubblico, e per la definizione di tutte le altre procedure d’impiego, al fine di premettere al personale di operare in sicurezza, compresa l’assicurazione sanitaria.
Il Dipartimento di P.S. ha concordato con l’esigenza del Sindacato e a breve vi saranno altri incontri per la definizione di quanto chiesto dal SIAP.
Roma, 28 maggio 2024
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