Vile attentato a BRINDISI

Vile attentato a BRINDISI

Brindisi, 20 maggio 2012 - Comunicato STAMPA

Questo atto vigliacco colpisce non solo noi pugliesi ma tutta l’Italia , siamo profondamente sconvolti e mortificati da un gesto cosi criminoso che colpisce l'anello più innocente della società, i nostri giovani. Non esistono parole, non esiste più speranza quando una giovane vita finisce così tragicamente . Ogni certezza traballa, resta solo un vuoto incolmabile..Non possiamo restare indifferenti di fronte a questi angosciosi momenti. Andare a scuola, una mattina come un'altra, restare a chiacchierare con i propri compagni prima dell'inizio delle lezioni. .. e poi sentire il botto, e non esserci più. Forse perché la scuola ha il nome sbagliato, forse perché un pazzo ha deciso di distruggere i sogni e le speranze dei giovani che si affacciano alla vita con onestà. Quello che è successo a Melissa Bassi, non era mai successo nella lunga e sanguinosa storia del terrorismo mafioso. Al momento non ci sono elementi per parlare di un ritorno del terrorismo stragista mafioso ,quello che prendeva di mira direttamente lo Stato, in un momento di debolezza, per condizionare l'evoluzione del quadro politico e rivendicare il proprio controllo violento su una parte del Paese. Ma sembra difficile, in ogni caso, che il nome della scuola e il momento scelto a quattro giorni dall'anniversario della strage di Capaci, siano coincidenze .Anche se la dinamica fosse del tutto locale e legata alle logiche del racket, colpire una scuola, uccidere dei ragazzini, scegliere i simboli della lotta contro la mafia, significa dare un segnale ben preciso.20 anni sono passati dalla Strage di Capaci … Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, tre pugliesi onesti, tre servitori dello Stato, morivano a Capaci insieme al Giudice Falcone ed a sua moglie, il Magistrato Francesca Morvillo nel primo sanguinoso attentato di quel tragico 1992, una strage che ridestò le coscienze in un Paese dove troppi erano stati gli occhi chiusi per complicità, interesse o indifferenza nei confronti del fenomeno mafioso. Oggi la Puglia, e non può essere una banale coincidenza, subisce un vile attentato nel cuore del mattino, all'ora di ingresso degli studenti in classe.Oggi in tutte le scuole d’Italia si collocano all'interno di un percorso complessivo di sviluppo di una cultura della legalità finalizzata a conoscere, attraverso le storie di vita di tante persone,l'impegno nei confronti della giustizia e contro il prevalere della cultura mafiosa ; un percorso di ricerca per mezzo del quale i giovani arrivano a conoscenza della storia delle vittime di mafia, il loro esempio di cittadini onesti e responsabili e le motivazioni finali che hanno alla fine determinato la loro morte..Ricostruire una storia quindi anche per evidenziare carenze o possibili prospettive per la propria città, per sottolineare i punti critici che interessano la sicurezza dei cittadini e per capire infine che è importante promuovere l'impegno di tutti a scapito di comportamenti di delega o indifferenza. Se una società civile ancora esiste, in questo Paese, è ora di dimostrarlo. Mobilitiamoci, tutti, subito. Cerchiamo di capire cos'è successo, rivendichiamo il diritto a conoscere la verità senza soluzioni di comodo, e facciamo sentire ai ragazzi e alle ragazze che siamo con loro. Che non devono avere paura ad andare a scuola la mattina, che l'istruzione per noi è una priorità che siamo disposti a proteggere in tutti i modi, che tutte le scuole d'Italia, tutte le strade e tutte le piazze, per quanto ci riguarda, si chiamano "Francesca Morvillo" e sono presidi di civiltà e di solidarietà contro le barbarie mafiose e terroristiche. Il SIAP vuole lanciare un appello ancora più forte affinché la società civile insieme alle Istituzioni sane di questo Paese, possa generare un grande e definitivo movimento di “risveglio delle coscienze” contro le mafie, la paura e l'oppressione della criminalità organizzata … chi sa parli … anche chi ha solo un sospetto parli … non possiamo tacere , Melissa è anche nostra figlia, nostra nipote una nostra sorella perché in quella bara poteva esserci un nostro amato .

Il Segretario Regionale

FRANCESCO TIANI