Allarme sicurezza
L'Aquila, 20 giugno 2012 - Notizie
Il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente, preoccupato per la sicurezza della città, ha inoltrato la sua richiesta al ministro Cancellieri producendo dati inequivocabili. “Dopo il sisma” scrive, “la città è completamente modificata sia nell’assetto urbanistico in seguito alla realizzazione della 19 new town e 21 insediamenti M.A.P., per un totale di 40 siti dislocati anche a notevole distanza tra loro, sia dal punto di vista sociale per la conseguenza di una disgregazione totale riconducibile ad una vera e propria delocalizzazione dei nuclei familiari in situazioni temporanee”. Ed ancora: “Mi permetto di ricordare, che abbiamo trentamila persone fuori dal loro domicilio ancora assistite. Accanto a questa situazione che causa indubbie tensioni sociali si profila finalmente l’avvio della ricostruzione pesante sia nelle case di periferia che in quelle del centro storico. Le previsioni di Ance e Comune sono che per essa avremo diecimila lavoratori che per anni verranno nei cantieri che apriremo. Per noi è un salto nel buio. Subito dopo il terremoto la polizia ha provveduto a rafforzare la sua presenza con ben 82 uomini aggregati oggi ridotti a 45. In questo modo nella nostra città abbiamo 204 persone impiegabili a fronte delle 228 unità che avevamo prima del 6 aprile 2009 e risulterebbe che a tale forza disponibile andranno detratti 30 operatori tecnici e 12 unità esentate a vario titolo e anche entro l’anno si aggiungeranno altri sette pensionamenti”. “In questi giorni si ventila l’ipotesi di un trasferimento di personale aggregato. Questo desta grande preoccupazione anche perché riteniamo che per la estrema dispersione sul territorio degli alloggi e il gran numero di cantieri che andremo ad aprire vi sia bisogno di una forte presenza di forze dell’ordine impegnate, tra l’altro, oltre che nei compiti di vigilanza notturna anche e soprattutto nei compiti di prevenzione e verifica rispetto alla legalità e quindi ai controlli nel processo di ricostruzione”. Alla luce di questi fatti, chiede al ministro di ”considerare la possibilità di soprassedere al ritiro del personale aggregato presso la Questura dell’Aquila almeno per 12-18 mesi al fine di comprendere quale sarà l’impatto dell’avvio della ricostruzione sul tessuto sociale aquilano”. Specifica inoltre che questa richiesta ”non comporta costi per l’amministrazione traducendosi solo in una rinnovata solidarietà da parte delle altre questure italiane che si privano di una parte del personale».