Manovra: Editoriale del Segretario Generale Tiani
Roma, 17 luglio 2011 - Politica Sindacale
Nel momento in cui la Camera dei Deputati (mentre andiamo in stampa) approva l’ennesima Manovra finanziaria capestro per le nostre famiglie e le nostre risorse salariali, il Ministro Maroni, con decreto ad hoc ha istituito la Commissione per l’analisi, lo studio e la formulazione di proposte di modifica della legge 121/81. Convinti come siamo che la partecipazione sia la forma di democrazia più evoluta che un Paese civile possa utilizzare, abbiamo intenzione di usufruire appieno delle prerogative che il sindacato si è guadagnato con le sue lotte, e non per concessione miserevole di qualcuno, abbiamo intenzione di essere parte attiva ai lavori che detto Comitato si propone, nonostante sia partito con il piede sbagliato. Restiamo comunque fermamente convinti, che l’impianto generale della Legge 121/81 sia da salvaguardare, tutelare e valorizzare, poiché nella sua struttura portante su cui si è sviluppata la filosofia di fondo, conserva lo spirito innovatore che l’ha generata. Sono certamente da modificare nel senso dell’aggiornamento, alcune norme divenute antistoriche e fuori contesto. I tempi sono cambiati, la società si è evoluta, ed è giusto e coerente che alcune direttive siano attualizzate nel rispetto delle nuove esigenze, fatti salvi i principi cardine, uno su tutti l’ordinamento civile della polizia e lo status civile delle Autorità di P.S. a tutti i livelli. La fase di analisi, studio e formulazione delle proposte di modifica alla L.121/81 deve poter essere, secondo il S.I.A.P., il trampolino di lancio, l’occasione unica ed irripetibile, per realizzare un moderno riordino dei ruoli e delle funzioni, ciò rivestirebbe una grande importanza, e dalla cui realizzazione non si può prescindere, se si parla di vero rinnovamento non si può prescindere dalle esigenze del personale e dalla conseguente funzionalità ed efficienza del sistema. La materia è delicata e le trappole sono in ogni angolo in ogni sfumatura, aggiornare senza innovare potrebbe essere solo una mera operazione di facciata, un restyling estetico di cui si avvantaggiano solo in pochi, alcuni sindaci per esempio e le polizie locali, ma priverebbe di fondamento e di azione propulsiva il progetto. Una nuova versione di un moderno “Gattopardo”, che anziché essere scritto da un uomo del Sud come Giuseppe Tommasi di Lampedusa, potrebbe essere riscritto da un uomo del nord in camicia verde, se l’intenzione è questa, non la avvalleremo mai. Purtroppo in questi ultimi anni abbiamo già assistito a tante, troppe operazioni di carta! O di facciata che dir si voglia. Basti pensare alle parole sprecate sul tanto sbandierati tagli ai costi, della politica, un bluff che alla fine, come il solito, si riversa solo sulle famiglie dei poliziotti e dei cittadini, come l’aumento dei costi della sanità per esempio. La manovra finanziaria non ha riservato nulla di buono agli uomini e alle donne della Polizia di Stato, ancora una volta categoria vittima sacrificale di questo Governo insensibile e disattento alle reali esigenze delle sue energie migliori. Quelle espresse da chi, con grande sacrificio e spirito di abnegazione, anche sotto gli insulti e le sassaiole di pseudo manifestanti, ogni giorno garantisce il proprio servizio ai cittadini e al Paese. Il Ministero dell’Interno è una delle amministrazioni centrali dello Stato che patiranno un’altra riduzione della spesa dal 2012; come potremmo continuare a garantire il servizio quotidiano? I nostri mezzi sono vetusti, chiudono i distributori di benzina interni all’Amministrazione, con quali strumenti, oltre la buona volontà e la professionalità, potremmo mai contrastare la micro e macro criminalità e tutelare la civile convivenza nel Paese? Le vigenti disposizioni che limitano, ma è più corretto affermare fanno regredire la crescita dei trattamenti economici, comprese le indennità accessorie, saranno prorogate fino al dicembre 2014 come il S.I.A.P. aveva previsto continuando a manifestare, mentre altre sigle improvvidamente interrompevano il ciclo virtuoso della programmata protesta unitaria, spaccando il mondo sindacale e indebolendo così le istanze a tutela dei nostri diritti. Blocco dei contratti a parte (e già questo non è poco), i poliziotti andranno a lavorare e non potranno contare sugli straordinari, sulle indennità legate alla specificità professionale e all’operatività di polizia. E sibillina, è tornata la previsione dell’estensione al personale del Comparto Sicurezza di misure limitative in caso di assenza per malattia, con esclusione del solo personale impegnato in attività operative o missioni, una vera farsa, come sei poliziotti non comprendessero la loro inesauribile vena di ipocrisia politica. Non riusciamo a capacitarci dei continui affronti che questo Governo riserva alle Forze dell’Ordine, sull’altare della gloria mediatica quando si tratta di rinverdire l’immagine di un esecutivo in affanno, aggrovigliato da scandali e intrighi peggiori persino dell’ultima e decadente fase del periodo storico del basso impero, con cui quel che restava della civiltà tarda antica dell’impero romano, sancì il passaggio ai secoli bui del medioevo. Altro che nuova o seconda Repubblica altro che più liberismo e meno statalismo quindi meno tasse. E non perdono occasione per bearsi dei risultati ottenuti dalla capacità professionale dei poliziotti nella lotta la grande crimine organizzato, lasciandoli però sempre nella difficoltà della disperazione quotidiana, a lottare con l’insufficienza dei mezzi, a patire gli inevitabili riflessi negativi sulle economie familiari, già molto provate come il resto del Paese, da una economia in grave crisi che non riescono a governare con politiche economiche adeguate, anche per i veti incrociati in seno alla maggioranza. Non hanno risparmiato neanche il momento legato al passaggio dal servizio attivo alla pensione, riservandoci l’ultima offesa, con l’anticipazione dal 2015 al 2014 del differimento di tre mesi per il collocamento a riposo d’ufficio per raggiunti limiti di età. Chi pensa che tre mesi siano irrisori, proviamo a ricordare quanto questi siano duri quando giungono alla fine di una vita professionale dura, difficile e pericolosa specie per chi ha fatto servizi operativi e turni h/24 per tutta la vita. Il Paese ci chiede presenza, lo Stato ci sollecita professionalità, i cittadini esigono generosità: ma chi è disposto, tra coloro i quali siedono tra gli scranni del parlamento presumendo di fare politica, a farsi carico delle nostre esigenze? Chi ha il coraggio di assumersi la responsabilità morale e politica dello stato di superficiale noncuranza riservata agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine da questo Governo e dalla sua maggioranza? L’unica nota positiva che cogliamo favorevolmente sono i tiepidi segnali di alcune forze dell’opposizione, nella speranza che quando saranno maggioranza non pongano il sigillo alla frase da me coniata in un incontro pubblico e ormai diventata celebre tra i politici e gli addetti ai lavori, in cui affermavo che: “I poliziotti sono figli di tutte le opposizioni e orfani di tutti i Governi”. La verità dura e cruda è legata all’entrata in vigore già da domenica 17 oggi, cioè subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenuta il giorno prima, dell’aumento delle tasse previste dalla manovra approvata a tempo di record dal Parlamento, per riparare il paese dalla speculazione dei giochi di borsa dei mercati finanziari. È ripristinato dunque, il ticket sanitario da 10 euro sulle prestazioni specialistiche, cui si aggiunge quello da 25 euro sui ricorsi al pronto soccorso catalogati dai c.d. codici bianchi, scatterà da subito anche i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto sopra i 225 kw, questo per tutti i lavoratori. Non cambia nulla o poco solo per chi ha un portafoglio titoli consistente. Mentre per le altre norme ci vorrà più tempo: il taglio lineare delle agevolazioni fiscali e assistenziali del 5% prima e del 20% poi, scatterà rispettivamente nel 2013 e nel 2014, come i saldi di fine stagione di un Governo che non sarà più in carica, sempre che il Governo non sceglierà prima quali voci alleggerire ulteriormente. Cari colleghi pare che non possiamo lamentarci altrimenti Brunetta si arrabbia, e ci chiama panzoni, dobbiamo subire la politica del nuovo Robin Hood al contrario, che “ sceglie di togliere ai cittadini che lavorano onestamente, ma salvaguarda le Caste e i grandi capitali” che ricordo solo in Italia non sono tassati in maniera adeguata, come accade in tutta l’Europa, la quale è invocata quando fa comodo e beffeggiata quando bisogna rispettare le sue direttive. L’equazione finale è semplice, meno diritti e contratti, stipendio da fame e più tasse, garanzia per tutte le nuove o vecchie caste … Noi continueremo a manifestare facendo sentire la nostra protesta, sono l’unica arma che abbiamo.