Inutile populismo e la logica dei buoni e cattivi
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alcune oo.ss. e la conseguente deriva sindacale, lambisce in negativo ogni giorno di più, anche gli aspetti professionali e va fermata, pena lo stravolgimento di ogni regola di civile e democratica convivenza sui posti di lavoro e durante l’espletamento del servizio. Aspetti che sono il preludio alla compressione definitiva dei diritti sindacali collettivi e individuale degli operatori di polizia, conquistati in anni di dure e serie battaglie sindacali. I ridicoli monologhi immessi nel web da predicatori farneticanti, che ritengono di rappresentare poliziotti e polizia, cui nostro malgrado assistiamo, sono tentativi messi in atto per imbrigliare, cercando di condizionarli subdolamente i cervelli dei poliziotti. Forse i poliziotti sono ritenuti da costui e da costoro, stupidi e ignoranti, al punto dal dovergli spiegare attraverso ridicoli elementari proclami, con linguaggio semplice e scarno, certamente inadeguato quando si parla ai poliziotti, nel tentativo disperato di spiegare chi è buono e chi è cattivo! Questo modo di intendere e fare sindacato ci riporta indietro di decenni e francamente lo ritengo offensivo per i poliziotti, il sindacato e l’intera categoria degli uomini e donne che indossano l’uniforme.
Le vele gonfie dell’ipocrisia politica e demagogica, compresa quella di sindacatucci della polizia, non è una questione interna al Viminale o al nostro mondo, ha risvolti politici e istituzionali di non poco conto, considerato che alcuni personaggi tentano di prendere il vento in poppa chiedendo santificazioni mediatiche e appoggi politici ai populisti di turno, i quali fanno leva sulla disperazione della gente e nulla di più. Occorre un’analisi un po' più complessa che a questi signori sfugge, un’analisi quanto più possibile concreta e lucida, che ci consenta di proporre soluzioni, per uscire – come Poliziotti e spero come Paese – da questa impasse che annichilisce le coscienze e lo stesso senso del dovere. L'effetto del farneticante populismo sindacale si è rivelato ahimè, come un boomerang per tutti i poliziotti, perché sta spingendo l’opinione pubblica e la società politica trasversalmente intesa, a definire e guardare ai poliziotti, come aguzzini senza etica, fascisti, e picchiatori che vogliono agire fuori dalle regole di uno Stato democratico, che, com’è noto a tutti i colleghi, noi serviamo e difendiamo, ma quest’aspetto per le inconcludenti posizioni sindacali, è la negazione di noi stessi e della nostra identità professionale e del corpo cui noi tutti apparteniamo.
Le immagini dei colleghi impegnati con i migranti e negli sgomberi – è noto a tutti che sono sistematicamente estrapolate dalla situazione e cristallizzate in singoli fotogrammi – per cercare di far passare i colleghi e la Polizia, ancora e per l’ennesima volta – quali aguzzini terminali, di quell’umanità sofferente e dolente che si trascina sul bagnasciuga e sul suolo del nostro Paese. Il populismo sindacale, si è spinto a legittimare evidentemente improvvide gravi affermazioni di razzismo di quei pochissimi, che, pensano, di trovare seguito sui maggiori social network mettendo in imbarazzo un’intera categoria di persone, le quali sono poi esposte a una serie infinità di difficoltà e problemi. Ancora una volta, un’informazione artefatta e spoglia, parziale e distorta al pari di quella che pratica qualche sindacatuccio di polizia, ci fa apparire e ci dipinge come il “braccio” forte e silente di una politica superficiale, bizzarra e spesso inconsistente. Non è vero che la nostra umanità, la nostra sensibilità di persone, si ferma dove comincia il nostro dovere di poliziotti. Proprio perche non è isolata nella singola azione di ogni collega, ma è patrimonio del nostro modo di fare e di affrontare i drammi che dobbiamo gestire e fronteggiare, questo è il compito affidatoci dallo Stato. Invito dunque i farneticanti predicatori, avendo ben presente i mezzi intellettuali di cui dispone, a spiegare questi concetti all’opinione pubblica, perché renderebbe, forse, se ci riesce, un buon servizio ai colleghi e alla loro tutela concreta, evitando di esporli al pubblico ludibrio e a sommari processi di nostalgica memoria. Ragion per cui vorremmo invitare tutti a una riflessione più obiettiva e vorremmo non essere lasciati soli e ancora una volta, immolati sull’altare di quel rinnovato conformismo, tanto inutile quanto schiacciante. Le posizioni strumentali e demagogiche di qualche sigla sindacale che autoproclamatasi paladina di alcuni poliziotti in realtà li sta affossando, cercando di spingerli verso un tunnel da cui non si esce, solo per qualche tessera in più o per un seggio in Parlamento in un collegio del centro nord, chissà. La demagogia ha sempre la memoria corta, che risposta hanno in serbo i nostri Pinocchietti, circa le mefistofeliche e tossiche posizioni assunte nel recentissimo passato, non da ultima quella espressa con il rigido No secco allo scorrimento degli idonei nei concorsi interni per V. Sov.te, è noto che quel No ha danneggiato in maniera irreversibile, migliaia e migliaia di colleghi (circa 8000). Quei poliziotti sono stati danneggiati da un certo modo di fare e intendere il sindacato.
Oggi dopo anni e dopo aver già superato un concorso, sono ancora in attesa dell’esito dell’ennesimo concorsone, il SIAP aveva ed ha ragione, rispetto al rivendicato metodo dello scorrimento degli idonei nei concorsi. Il predicatore mediatico ha già dimenticato che quei colleghi della base, avrebbero dovuto e potuto avere già 4/5 anni di anzianità nel ruolo e di conseguenza essere già stati scrutinati per Sov.te con stipendio, pensione e liquidazione più alta. In estrema sintesi, anziché distrarre l’attenzione con inutili, faziose e strumentali posizioni e commenti su altre oo.ss., su argomenti che vanno affrontati con la dovuta serietà come il dibattito rispetto all’introduzione di norme sul reato di tortura (in allegato la posizione ufficiale del SIAP comunicata al Parlamento e nell’audizione della commissione giustizia della Camera dei Deputati), che non è altro che il risultato di una politica sindacale inconsistente e farneticante, che danneggia tutti poliziotti.
Contrariamente a quanto pinocchietto andava affermando lo scorso fine anno sui posti di lavoro, da settembre a dicembre per l’esattezza, il SIAP e il cartello sindacale di cui fa parte, oltre ad aver ottenuto lo sblocco del tetto salariale (cosa non affatto scontata, chiacchiere a parte) con il pagamento da gennaio dell’assegno di funzione, cosi come per la produttività 2014 pagata con la busta paga di giugno e un po’ più sostanziosa dell’anno scorso, così come gli straordinari pagati a tutti i colleghi, arretrati compresi. Diversamente dalle chiacchiere, se l’estate sembra averci sorpreso e quasi sopraffatto, il nostro Sindacato non ferma la sua azione e la sua attività. Su tutto il territorio, nei vari uffici e nelle molteplici articolazioni della nostra Amministrazione e nei rapporti con le autorità politiche, il SIAP prosegue nella costante costruttiva e silenziosa opera di supporto, tutela e garanzia dei diritti dei colleghi. A dispetto di qualche solone malamente predicante, anche quest’anno ed in tempo di una crisi economica che ancora pesa su tutti i cittadini, abbiamo portato a casa in questa prima fase dell’estate, piccoli/grandi risultati come la produttività ed il rimborso delle rette asili nido per i colleghi aventi titolo e a breve sono certo che potremo affermare: “finalmente parte il riordino” anche grazie al lavoro e al supporto concreto di altre sigle, con l’on. Fiano, delegato del Pd alle riforme ed alla sicurezza per quanto riguarda l’aspetto politico e con l’Amministrazione per quello istituzionale. Inoltre grazie alla nostra azione e al nostro impegno stiamo lottando per fare assumere altri mille poliziotti per il 2015 in deroga al blocco del turn over, linfa nuova e necessaria per dare il cambio a tutti quei colleghi che, nonostante l’età fanno ancora i turni sulle volanti, in autostrada ecc.. mentre qualcun altro si diletta in cortometraggi sindacali.
I palchi della degenerante commistione politico/giornalistica/sindacale li lasciamo ad altri, così come le chiacchiere, noi quest’ultime le utilizziamo sotto l’ombrellone nei pochi giorni di riposo, per farci due risate quando pensiamo al naso di pinocchio; per l’attività sindacale utilizziamo la concretezza del lavoro svolto in silenzio, solo così in questa fase i poliziotti ottengono risultati che interessano la categoria, non di certo ululando. Buon SIAP e attenti al naso sta diventando troppo lungo.
Si allegano i file dei testi ufficiali, sull’introduzione del reato di tortura e numero identificativo, consegnati in Parlamento nel corso delle audizioni tenute dal SIAP, al fine di evitare sciocche quanto inutili e vacue strumentalizzazioni.
Roma, 7 Luglio 2015
Giuseppe TIANI
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