Gli aumenti
Per la Polizia l’aumento mensile tabellare sarà di 108 euro per un agente, la qualifica più bassa, a cui vanno sommati altri 37 euro di indennità pensionabile. Totale: 145 euro. Per un agente scelto l’aumento è di 111 euro mensili, più altri 39 euro di indennità. L’asticella sale a 134 euro mensili di aumento tabellare, più altri 54 euro di indennità, per un ispettore semplice, e per un ispettore superiore con otto anni nella qualifica arriva a 144 euro (oltre a 58 euro di indennità). Grazie al rinnovo, infine, un commissario guadagnerà 152 euro lordi al mese in più, più 60 euro di indennità, mentre un commissario capo percepirà un aumento di 155 euro circa, più altri 60 euro. Per le polizie militari gli incrementi mensili saranno compresi tra 108 euro (carabinieri e finanzieri) e 155 euro (capitani). Anche in questo caso va aggiunto l’importo relativo all’indennità pensionabile (60 euro di indennità per un capitano). Per i militari si parte invece dai 108 euro di un graduato, più l’indennità aggiuntiva di 42 euro. Per un sergente sono in arrivo 120 euro in più al mese e altri 42 di indennità. Nel complesso un maresciallo otterrà un aumento superiore a 170 euro, che per un capitano diventano più di duecento. Chiaramente, una volta firmato il contratto, anche le forze di polizia civili e militari avranno diritto agli arretrati a partire dal 2022 fino ad oggi. Parliamo di somme importanti: circa milleduecento euro per un agente, 1.585 euro per un sovrintendente capo, 1.776 euro per un commissario.
Funzioni locali: appuntamento al 17 dicembre
Per quanto riguarda le forze di polizia e i militari l’obbiettivo è di arrivare alla fumata bianca prima della pausa natalizia, in modo da dare certezze sui tempi degli aumenti. Si è complicata invece la trattativa per il rinnovo delle Funzioni locali. Aran e sindacati si incontreranno di nuovo la settimana prossima, il 17 dicembre. Se il negoziato si è arenato non è solo per una questione di risorse. Alcune sigle chiedono di rivedere l’orario di lavoro della settimana corta, riducendolo da 36 ore a 30 ore per i dipendenti che scelgono su base volontaria di svolgere la propria prestazione lavorativa in quattro giorni anziché cinque, diversamente da quanto previsto dall’ipotesi di contratto sottoscritta per le Funzioni centrali. Una richiesta difficile da soddisfare, anche perché l’operazione non sarebbe a costo zero per lo Stato e quindi richiederebbe coperture finanziarie adeguate.
Ministeriali, manca solo l’ok della Ragioneria
L’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto delle Funzioni centrali è stata sottoscritta un mese fa, il 6 novembre, dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto. È stato riconosciuto un incremento stipendiale medio di circa 165 euro per 13 mensilità. Sì alla sperimentazione della settimana lavorativa di quattro giorni (in 36 ore come detto) e al lavoro agile senza limiti per caregiver e fragili. Il limite massimo dell’indennità per gli incarichi di posizione organizzativa è stato elevato da 2.600 a 3.500 euro annui. Introdotte nuove norme sull’age management. Queste alcune delle novità previste dal nuovo contratto, che adesso attende solo il semaforo verde della Ragioneria dello Stato.