SIAPInform@8Novembre2024 - Speciale DDL Bilancio

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Gli stipendi italiani sono fermi da 30 anni, diversamente da quanto accaduto nei paesi sviluppati, stipendi dei pubblici dipendenti e salari dei lavoratori in Italia, sono stagnanti. Il dato emerge con chiarezza dai tanti indicatori e studi e dai dati diffusi dall’Ocse, da cui emerge che gli stipendi degli italiani non crescono da tre decenni. (...)

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Dal 1991 al 2022 sono cresciuti solo dell'1%, a fronte di una crescita delle retribuzioni pari al 32,5% in media nell'area Ocse. Il dato è confermato dal rapporto dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche 2023, che ha elaborato una indagine sulle condizioni salariali oltre che sul mercato del lavoro nel nostro Paese. Stando ai risultati dello studio Inapp i dipendenti italiani e i lavoratori vivono o meglio cercano di sopravvivere da decenni, agli effetti nefasti della stagnazione delle retribuzioni, come emerge dalle analisi comparative effettuate negli anni tra il 1991 e il 2022, gli stipendi dei lavoratori italiani tra cui i poliziotti, hanno di fatto avuto una crescita pari o affine allo 0% rispetto al costo della vita, di tutta evidenza che il divario con gli altri lavoratori e dipendenti europei è enorme. Un divario che non ha solo impoverito i poliziotti, i pubblici dipendenti e i lavoratori ma ha impoverito il Paese.

Ciò premesso, in tema di Politica dei Redditi e fiscale, si da atto al Governo che nella legge di Bilancio 2025 ha investito risorse per le famiglie dei pubblici dipendenti tra cui i poliziotti, che vivono faticosamente con redditi medio bassi, noi riteniamo detta scelta condivisibile e giusta, la sosteniamo perché si sforza di invertire la politica che ha prodotto la stagnazione dei redditi. Ridando così, tra l’altro, vitalità alla contrattazione sindacale, che ha perso il suo mordente e la sua funzione. Gli stipendi sono troppo bassi e il lavoro dei poliziotti e delle Autorità di PS sempre più rischioso, va remunerato in maniera adeguata e proporzionata al lavoro sempre più gravoso, le cui competenze professionali richieste si espandono ogni giorno di più. Evidenzio che, come anticipato in precedenti comunicati dal Siap, in occasione del nostro confronto a Palazzo Chigi del 16 novembre 2023 us (audio da QUI), con la  Presidente Meloni e il Governo nel corso della discussione, parlammo di un patto di legislatura tra il Governo il Siap e le sigle maggioritarie del Sindacato dei Poliziotti per incrementare le retribuzioni, considerato che la posta di bilancio proposta per il 2024 era pari al 5,78 (abbiamo superato il 6% nella fase della trattativa) della retribuzione utile solo per avviare le trattative per il rinnovo del CCNL 2022-2024. Quindi, salutiamo con favore la programmazione finanziaria del DDL Bilancio 2025 e le misure ivi contenute per i rinnovi contrattuali dei trienni 2025-2027 e 2028-2030. Va affermato con estrema chiarezza che il Governo è stato conseguente agli impegni assunti con il Sindacato dei Poliziotti, non era mai accaduto che con i lavori del rinnovo contrattuale triennio 2022-2024 ancora in itinere ahimè (chi lavora per ritardare con sfumature strumentali e corporative, la chiusura dei lavori dovrà assumersene la responsabilità di fronte al personale e al paese), che il Governo programmasse le misure finanziarie da allocare per i due rinnovi contrattuali successivi, oltre all’oggettivo beneficio che deriverà dal taglio delle aliquote Irpef (auspichiamo come già richiesto che l’aliquota media del 35% sia ridotta al 33% nel corso dei lavori parlamentari, come già fatto dal governo per la prima aliquota che passa per il 2025 in maniera strutturale dal 25% al 23%) che si somma agli incrementi stipendiali. Da anni il sindacato denuncia la povertà degli stipendi e l’assenza di una politica dei redditi, necessaria per invertire il trend della stagnazione dei redditi e di una contrattazione nazionale che avvizzisce  ogni giorno di più. In sintesi, il Siap lavora per chiudere quanto prima l’accordo per il triennio 2022-2024 e fare arrivare l’aumento stipendiale e gli arretrati ai colleghi, la trattativa ha esaurito la spinta negoziale e le risorse da dedicare agli stipendi che hanno raggiunto una media d’incremento mensile che supera il 6% pari a 183,57 € di media. Resta aperta la questione annosa della specificità, che va programmata e risolta. Così come l’adeguamento del quadro normativo dei diritti contrattuali dedicati alla tutela delle esigenze del nostro personale e delle famiglie. Il Siap chiede sin da ora al Governo di convocare il tavolo delle trattative non oltre i primi tre mesi del 2025, per il rinnovo del triennio 2025-2028.

Giuseppe TIANI

In allegato il SIAPInform@ speciale  

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