SIAPINFORM@04: Quando la conoscenza fa la differenza
ma dov’erano i poliziotti? in pausa caffè? E in serata il tg satirico di Canale5 ironizzava su due poliziotti che – presumibilmente e sottolineiamo presumibilmente – chattavano davanti il Palazzo di Giustizia milanese … noi non difettiamo certo in autoironia, né siamo permalosi ma oggettivamente la messa alla berlina tout court del poliziotto comincia a pesarci. Soprattutto quando non solo siamo oggetto dello sberleffo e dello scherno (in una chiamiamola pacifica manifestazione il complimento più bello che ci sentiamo indirizzare è schiavi o servi) ma quando anche le istituzioni democratiche, quelle stesse che noi difendiamo ogni giorno, arrivano a velocizzare l’iter di un progetto di legge (stiamo parlando di quello sull’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento) sull’onda emotiva di una sentenza. Non amiamo i doppi pesi e le doppie misure: continuiamo a dire e sostenere che le sentenze si rispettano anche quando riguardano una pagina dolorosa della nostra istituzione (non abbiamo paura a dirlo, a Genova è stata scritta una pagina dolorosa ) ma vorremmo che ci fosse una più puntale e precisa informazione sulla sicurezza, sui suoi uomini e le sue donne. Perché le lacrime nei funerali di stato non ci servono. Perché gli elogi e gli encomi postumi non servono a nessuno. Perché a Milano i tornelli sono presidiati dalla vigilanza privata e i colleghi che forse chattavano non si stavano necessariamente divertendo. Perché siamo sempre più convinti che la conoscenza fa la differenza; anche nelle case sindacali. Ai colleghi non servono demonizzazioni di facciata, parole di carta e frasi di circostanza; ai colleghi servono leggi, ordinamenti e regolamenti chiari entro cui muoversi e il rispetto per una professione in cui, spesso, è in gioco la vita stessa.