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A chi è rivolto il bonus
Per ottenere l’aiuto le lavoratrici devono essere madri di due o più figli (esclusi i rapporti di lavoro domestico). L’esonero spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo o, dall’anno 2027, se madri di tre o più figli, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Il beneficio non si applica per il 2025 e il 2026 in favore delle lavoratrici che risultano essere beneficiarie dell’esonero contributivo già previsto dalla manovra 2024. Inoltre, come detto, quest’anno è previsto un limite di reddito. Per ricevere il bonus è richiesto che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40 mila euro su base annua. Per quanto riguarda le autonome, non hanno diritto al sostegno quelle che hanno optato per il regime forfetario.
Cresce l’attesa per il decreto attuativo
La misura costa 300 milioni di euro l’anno. Per l’attuazione della disposizione è prevista l’adozione di un decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e del ministro dell’Economia e delle Finanze. Sarà proprio questo decreto ministeriale, da varare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della manovra, a stabilire la misura dell’esonero contributivo, le modalità per il riconoscimento dello stesso e le procedure per il rispetto delle risorse stanziate. Quel che è certo è che il bonus non verrà erogato in automatico alle aventi diritto. Bisognerà farne richiesta al datore di lavoro o all’Inps indicando i codici fiscali dei figli per dimostrare di averne diritto. Nel 2024, anno in cui ha fatto il suo debutto la decontribuzione per le lavoratrici madri, non tutte le beneficiarie hanno richiesto l’aiuto, forse anche per via dell’assenza di un’adeguata campagna informativa in merito. Nella prima parte dell’anno scorso le domande, secondo quanto comunicato dall’Inps, sono state 481 mila sulle 800 mila previste.
*Fonte PAMagazine (foto compresa)
Roma 14 Gennaio 2025
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