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della condivisione dei gruppi parlamentari di maggioranza, così presi dalle fibrillazioni interne ai propri partiti nella lotta per le leadership. In queste ore si dovrebbe discutere appunto di proposte e soluzioni, che non possiamo definire ambiziose, perché ancora una volta appaiono ragionieristiche e concentrate sulla tenuta delle politiche di bilancio, non in grado quindi, di rilanciare i consumi e il Paese, che hanno bisogno non solo di crescita, ma anche di retribuzioni adeguate. La questione del blocco contrattuale pesa molto, introdotta con il D.L. 78/2010 ha sterilizzato i trattamenti stipendiali che riguardano il personale del Comparto Sicurezza per il triennio 2011/2013 e ora anche per il 2014. Sospendendo non solo i CCNL, ma anche tutti quei diritti economici che costituiscono un elemento essenziale della retribuzione accessoria che assicurava, il riconoscimento della specificità del lavoro dei poliziotti. Al riguardo, non posso sottacere lo sconcerto che si prova nel costatare che si continuano a rimandare i provvedimenti che riducono gli sprechi e i costi inutili della politica, della corruzione e dell'evasione fiscale. Il Governo è stato attento a evitare un confronto e una riflessione con il sindacato dei poliziotti sugli effetti che produrrà il D.L. di stabilità finanziaria varato, proprio in merito alle risorse necessarie per i poliziotti e gli operatori del Comparto. Infatti, solo le rimostranze sindacali e non di cero i negati confronti nell’estate del 2010, ci consentirono di riuscire a fare introdurre con l’art.8, comma 11 bis, del D.L. 78/2010, un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze di Polizia e Armate. Il fondo è stato così incrementato con le previsioni del D.L. 27/2011, solo dopo una manifestazione pubblica ad Arcore organizzata dal Siap e una parte minoritaria del mondo sindacale, proprio per cercare di assicurare al personale una compensazione economica che alleggerisse gli effetti riguardanti l’applicazione del blocco degli elementi retributivi, di cui ai commi 1 e 21, dell’art. 9 del citato D.L. 78/2010. I fondi disponibili per l’anno 2011 sono stati sufficienti per assecondare alcune delle esigenze del personale, mentre sono del tutto insufficienti per gli anni 2012-2013. A oggi, costatiamo che, nonostante le discussioni parlamentari, non è stato attinto un centesimo dal FUG per le esigenze del personale del Comparto Sicurezza, disattendendo tra l’altro le previsioni legislative. Il S.I.A.P. ha chiesto che il Governo utilizzi meglio e con più chiari ed efficaci obiettivi le risorse disponibili del Fondo Unico Giustizia, che, secondo una stima della Ragioneria Generale dello Stato, nel 2012 ammontavano a 661 milioni di euro. Evidente che, se le disponibilità di cassa del FUG, fossero utilizzate esclusivamente per alimentare il fondo di perequazione, per gli anni 2013 e 2014, sarebbero soddisfatte le esigenze del personale del Comparto Sicurezza, compreso quello della Difesa e del Soccorso Pubblico. Al riguardo, mi preme evidenziare e informare che con il decreto legge in tema di disposizioni urgenti per il pagamento di debiti scaduti della Pubblica Amministrazione è venuta meno l’esigenza di utilizzare le risorse del Fondo Unico Giustizia per sanare parte dei debiti contratti dal Ministero dell’Interno e dal Ministero della Giustizia per il funzionamento delle rispettive complesse strutture.