Come preannunciato nel comunicato del 15 febbraio u.s. il Governo, violando le regole previste per legge in materia di pensioni e previdenza complementare, prosegue nella mancata convocazione dei sindacati di polizia, per un confronto di merito sulla materia previdenziale, che comprende l’emanazione del regolamento di armonizzazione nonché l’avvio della previdenza complementare.
A seguito dell’incontro del 7 marzo u.s. avvenuto tra le Amministrazioni delle Polizie ad ordinamento civile ed i tecnici del MEF del Ministero del Lavoro, del cui esito dovevamo essere informati, il Vice Capo ci comunicava che, la nostra Amministrazione, avendo sentito preliminarmente le OO.SS. della Polizia di Stato, ha posto in tale sede le seguenti irrinunciabili condizioni:
a) Istituzione di un tavolo per il Riordino delle carriere con la partecipazione dei sindacati, al fine di formulare una proposta condivisa;
b) Avvio della previdenza complementare, indispensabile, rispetto all’ipotesi di elevazione dell’età pensionabile con il nuovo sistema contributivo pro-rata in vigore dal 1 gennaio 2012;
c) Delimitazione certa dell’ambito di applicazione della norma sul regolamento per la c.d. armonizzazione della previdenza, finalizzata esclusivamente, all’incremento dei requisiti minimi per l’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata, e non, anche, all’assetto complessivo del sistema normativo, che, disciplina le pensioni del nostro comparto e i relativi diritti e benefici legati alla specificità.
Alla posizione che l’amministrazione terrà nel prossimo incontro con i Ministeri del Lavoro e dell’Economia previsto per il 15 marzo p.v. le scriventi OO.SS. hanno esplicitamente ribadito che in quella sede è necessario salvaguardare tutti i benefici derivanti dalla specificità nonché un contenimento dell’incremento dei requisiti per l’accesso alle pensioni che tenga conto delle peculiarità professionali degli operatori delle Forze di Polizia.
A seguito degli incontri avuti, le Amministrazioni del Comparto hanno al momento individuato alcune ipotesi di incremento dei requisiti. Per l’accesso alla pensione di vecchiaia, una elevazione graduale dell’età così modulata: per i ruoli e qualifiche, da agente a sostituto commissario: dal 2021, 61 anni e dal 2038, 62 anni, applicabile, esclusivamente, per coloro i quali non hanno maturato i requisiti di anzianità previsti dal regolamento in questione.
Per i direttivi e primi dirigenti, 62 anni dal 2018, 63 anni dal 2021, per i dirigenti superiori 64 anni dal 2018 e 65 anni dal 2021, riferito a coloro che non hanno maturato i requisiti di anzianità previsti per l’accesso alla pensione. Per i dirigenti generali resta fissato a 65 anni il limite massimo. Resta comunque fissato a 60 anni il limite del nostro ordinamento per l’accesso alla pensione di vecchiaia per i ruoli agenti, assistenti, sovrintendenti e ispettori. Gli incrementi dell’età di vecchiaia di cui sopra, si applicheranno d’ufficio solo a coloro i quali non raggiungeranno i requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità attualmente fissata a 40 anni di contribuzione.
Per le pensioni anticipate, la proposta ipotizzata dalle amministrazioni del Comparto, consiste: nell’elevazione, già a decorrere dal 2013, a 42 anni di anzianità contributiva. Su questo punto, considerato che le nuove norme che hanno introdotto il criterio sull’aspettativa di vita legata ai limiti anagrafici di accesso alla pensione anticipata, si applicano anche al nostro Comparto, il S.I.A.P. - SILP/CGIL- COISP e ANFP, si sono dette contrarie ad una tale ipotesi di incremento decorrente già a partire dal 2013, proponendo, nel caso non si possa derogare in virtù del quadro normativo generale, che la soglia dei 42 anni contributivi svincolati dall’età anagrafica, vada prevista attraverso un graduale innalzamento così modulato: 41 anni dal 2021 e 42 anni dal 2038, in linea con le ipotesi di incremento previste per la pensione di vecchiaia; nella modifica del sistema delle quote passando dagli attuali 57 anni di età e 35 di contribuzione (quota 92), a 58 anni e 37 di contribuzione, (quota 95).
Queste a grandi linee le novità che potrebbero essere introdotte con il regolamento. Appare pertanto chiaro il tentativo del Governo di eliminare di fatto, attraverso il sistema delle quote, la pensione anticipata o di anzianità, comprimendola, sempre più verso il limite massimo dei 60 anni. Restano intoccabili i diritti acquisiti e maturati al 31/12/2011, così come fissato dalla DL 201/2011.
Le scriventi OO. SS. hanno chiesto che il tavolo del riordino dovrà essere legittimato da un decreto del Ministro dell’Interno che lo istituisce, diversamente apparirebbe come un mero specchietto per le allodole dalle scriventi OO. SS. ritenuto non condivisibile. Preso atto della volontà del Governo, tesa a sottrarsi ad un confronto negoziale con le rappresentanze sindacali degli uomini e delle donne della sicurezza sulla materia previdenziale, abbiamo confermato lo stato di agitazione e le programmate manifestazioni, atteso che, gli operatori delle forze di Polizia non possono accettare la compressione del proprio ruolo in termini di riconoscimento politico di soggetto trattante, avendo rivelato, in tale comportamento, una evidente continuità con l’impostazione data dal precedente Governo.
Il Segretario Generale SIAP - Giuseppe Tiani
Il Segretario Generale SILP/CGIL - Claudio Giardullo
Il Segretario Generale COISP - Franco Maccari
Il Segretario Nazionale ANFP - Enzo Marco Letizia
Roma, 13 Marzo 2012