...
Ma fin dall’insediamento del nuovo esecutivo la pro-messa è apparsa un obiettivo arduo al punto tale che, alla prima occasione, è stato spiegato che la tassa piatta resta sì un obiettivo, ma di fine legislatura. L’avvio della riforma dell’Irpef, però, necessitava di un segno chiaro fin da subito. Ed è per questo che la riduzione degli scaglioni Irpef da 4 a 3 viaggia su un binario parallelo a quello della Manovra, un binario diciamo più spedito. L’ok a inizio agosto da parte della Camera alla legge delega per la riforma fiscale ha messo nero su bianco la progressiva transizione dal modello di imposizione a scaglioni sui redditi delle persone fisiche alla tassa piatta unica .
Irpef, l’accorpamento dei primi due scaglioni
Il primo step della riforma vedrà la luce il primo gennaio prossimo con l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef (cioè quelli che riguardano i redditi fino a 28 mila euro) in un’unica aliquota del 23%. Questo porterà a un risparmio del 2% per i redditi compresi tra i 15 mila e i 28 mila euro. La versione definitiva del decreto legislativo è approdata il 19 dicembre sul tavolo del Consiglio dei ministri, che però l’hanno rimandata al prossimo Cdm «per un approfondimento tecnico in coerenza con la Legge di Bilancio in via di approvazione». Questo, probabilmente, non modificherà quanto finora abbiamo raccontato. Ecco, dunque, cosa cambia a partire da gennaio.
Come cambiano gli scaglioni Irpef
Il governo Meloni ripropone lo schema Draghi, che nella legge di Bilancio 2022 aveva fatto scendere gli scaglioni da 5 a 4. Ora, come detto, si scende da 4 a 3, rimodulando l’aliquota del secondo scaglione Irpef (15-28 mila euro) dall’attuale 25% al 23%, che è l’aliquota del primo scaglione, quello dei redditi più bassi (fino a 15 mila euro). Quindi, accorpando il primo scaglione con il secondo, il modello Irpef verrebbe rimodulato così: * fino a 28 mila euro di reddito, l’aliquota Iperf è del 23%; oltre 28 mila e fino a 50 mila euro di reddito, l’aliquota è del 35%; oltre i 50 mila euro di reddito, aliquota del 43%.
Quanto si risparmia e quanti sono gli italiani interessati
Come detto, l’intervento riguarda i contribuenti con redditi superiori ai 15 mila euro: si tratta di poco meno di 24 milioni di persone, che da sole però sono più della metà di tutta la platea Irpef (il 57%). Il risparmio sarà intorno ai 20 euro per chi ha poco più di 15 mila euro di reddito, per gli altri aumenta all’aumentare del reddito fino a 28 mila, fino ad arrivare a 260 euro massimi. Un esempio: chi guadagna 20 mila euro annue vedrà un beneficio del 2% dovuto alla riduzione dello scaglione per i 5 mila euro che eccedono il tetto dei 15 mila: il beneficio si traduce in 100 euro. Sono dunque i redditi più poveri, quelli sotto i 15 mila euro di reddito, che non vedranno nessun miglioramento, come quelli sopra i 50 mila euro. Per quest’ultimi, infatti, il beneficio si azzera perché viene introdotta una franchigia proprio di 260 euro sulle detrazioni del 19% (dal taglio sono escluse le spese sanitarie, le polizie anti-calamità e le donazioni liberali a favore di onlus, enti religiosi, del terzo settore e partiti politici).
Roma, 20 Dicembre 2023
= LEGGI E SCARICA L'ALLEGATO =