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che poiché i soggetti sottoposti a queste misure dovrebbero essere in carico alla vigilanza sanitaria, tale compito non spetterebbe più alla Polizia Penitenziaria.
Un principio, a prescindere dallo status di detenuti o meno, che se dovesse passare sarebbe una vera e propria follia in quanto, non solo snaturerebbe la mission istituzionale delle Forze di polizia a quadro normativo vigente, ma soprattutto, e in questo risiede la pericolosità della proposta, perché verrebbero sottratte risorse ad uffici che dovrebbero chiudere e ridurrebbe ancora di più il dispositivo di controllo del territorio e di contrasto al crimine già gravemente compromesso per la cronica carenza di organico che affligge tutte le Amministrazioni del Comparto sicurezza.
Così in una nota i Segretari Generali di SIULP, SAP, SIAP, COISP-Mosap, FSP Polizia di Stato-ES-LS-Consap-MP e SILP-CGIL, le sei sigle maggiormente rappresentative in ambito nazionale che rappresentano il 100% dei poliziotti in servizio, commentano le avvisaglie sul dossier posto all’attenzione del governo per attribuire alle Forze di polizia a competenza generale la vigilanza dei soggetti che hanno commesso reati e che non sono imputabili per incapacità di intendere e di volere ma che sono violenti e pericolosi per l’incolumità delle altre persone.
Una siffatta ipotesi, sottolineano i leaders sindacali, si porrebbe tra l’altro in palese contrasto sia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza nr.22/2022 – che ha statuito, ai sensi degli articoli 2 e 25 della nostra Carta costituzionale, che la misura di sicurezza del ricovero in REMS sia una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili della persona alla vita e all’incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori del reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, e per questo risulta affidata al Pubblico Ministero con le modalità e le disposizioni compatibili previste per l’ordinamento e il regolamento penitenziario – sia con la giurisprudenza della Corte di Cassazione (Sez. IV N.28369 del 19/7/2022) che ha affermato la natura detentiva della misura di sicurezza di ricovero in REMS, ma soprattutto determinerebbe una vera e propria degenerazione gestionale organizzativa giacché gli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale non hanno alcuna formazione per la gestione delle persone detenute, men che meno per quelle insane di mente, e anche perché pregiudicherebbe la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori a totale vantaggio della criminalità organizzata, diffusa ed eversiva.
Ecco perché, concludono i leaders sindacali, all’unanimità chiediamo alla Premier Meloni di arrestare questa follia e di non pregiudicare la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori.
Roma, 18 luglio 2024
= NELL'ALLEGATO IL COMUNICATO UNITARIO =
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Il comunicato congiunto è stato ripreso dall'ANSA