Assegno Unico e Universale fino alla laurea dei figli

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Assegno unico e universale più lungo? Le associazioni delle famiglie hanno chiesto al governo di estenderne la durata, fino alla laurea dei figli. Una proposta di cui l’esecutivo, a quanto trapela, condivide la motivazione di fondo. Ieri a Palazzo Chigi i rappresentanti del governo, tra cui il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quello per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella, il titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, hanno incontrato il coordinatore del network “Ditelo sui tetti”, Domenico Menorello, e il presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, Adriano Bordignon, che hanno proposto un pacchetto di misure a favore delle famiglie, indicando ai ministri presenti una serie di priorità in vista della prossima legge di bilancio.
Le proposte
Di quali misure parliamo? Si va dalla conferma del sostegno alla natalità per contrastare il declino demografico, anche attraverso la graduale applicazione del quoziente familiare, alla necessità di una maggiore attenzione alle fragilità, con un focus sui caregiver. Per quanto riguarda l’Auu, il Forum delle associazioni familiari chiede di intervenire per ridurre da un lato la selettività legata all’Isee e dall’altro per prolungare la durata dell’assegno fino al completamento dei percorsi formativi. Oggi la misura (che al momento raggiunge quasi dieci milioni tra bambini e ragazzi) copre con importi ridotti i figli maggiorenni a carico solo fino al compimento dei 21 anni. In Italia, nel frattempo, il tasso di fecondità è scivolato ormai a quota 1,2 figli per donna. La priorità dell’esecutivo è quella di riportalo in alto al più presto, anche per garantire la competitività del sistema Paese.
Il piano
L’Auu, finito di recente nel mirino dell’Ue, che chiede di estendere l’aiuto anche agli stranieri con figli che risiedono e pagano le tasse in Italia, non rischia dunque di essere cancellato. Il Piano strutturale di bilancio, al contrario, parla di un futuro potenziamento dello strumento a favore dei nuclei meno abbienti. Una delle ipotesi su cui sta ragionando il governo è quella di rivedere il sistema di calcolo dell’Isee. Per esempio potrebbero essere defalcate dal reddito considerato ai fini Isee alcune voci di spesa legate alla crescita dei figli, in modo da far salire gli importi erogati alle famiglie. Per contrastare il declino demografico l’esecutivo vuole anche accelerare la realizzazione del piano asili nido finanziato con i soldi del Pnrr e prorogare il cosiddetto bonus mamme, la decontribuzione prevista per le madri con più figli, in scadenza nel 2026.
*Fonte PAMagazine
Roma 2/10/2024
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