(...) Nel corso della riunione venivamo informati che il Ministro dell'Interno ha inviato uno scritto al ministro del Lavoro, ove sono state segnalate le criticità che emergono dalla bozza di regolamento di armonizzazione previdenziale proposta. Alcune delle quali già ampiamente contestate e segnalate dal Sindacato nelle precedenti riunioni al ministro Fornero. Il Siap, nel corso della riunione, nel ribadire la propria dura posizione critica verso il Governo e il Ministro dell’Interno, sia per il metodo utilizzato che per le ragioni di merito, considerata la delicatissima materia oggetto del confronto, ha rigettato la filosofia che sorregge la bozza di regolamento. Ciò premesso, abbiamo sottolineato che l’unico incontro a Palazzo Chigi del 21.09.2012 ( ottenuto dopo un dura e lunga vertenza e manifestazioni pubbliche) con il Ministro Fornero e la delegazione governativa, non può certamente essere esaustivo del necessario confronto con il Sindacato dei Poliziotti e con i Cocer. La delegazione del Siap è tornata a rammentare, come già fatto in occasione dell’incontro con Ministro Fornero, che come previsto, dalle dichiarazioni di impegno del Governo della Repubblica, allegate al CCNL, sintesi di un accordo politico sottoscritto con il sindacato per il quadriennio 2002 – 2005, DPR. n. 164/2002, in ossequio all’articolo 40 del DPR. n. 254 del 1999, per la Polizia di Stato; art. 67 per i colleghi dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; e art. 24 DPR nr. 255/99 per il personale delle Forze Armate. Oltre quanto stabilito anche per la materia previdenziale, nell’accordo denominato “Linee Guida del Patto per la Sicurezza” sottoscritto il 31 luglio 2007 con il Governo Prodi, richiamato nell’articolo 19 Legge 183/2010 (specificità). Quindi, se il Governo nega il confronto risulta sempre più improcrastinabile quello con il Ministro dell'Interno, considerato che il ministro Fornero, non intende più incontrare i Sindacati e le rappresentanze militari del Comparto Sicurezza e Difesa e del Comparto Vigili del Fuoco e Soccorso Pubblico; violando gli articoli del CCNL e lo spirito costruttivo degli impegni sottoscritti dai diversi Governi. Impegni e articoli che rimandano la materia previdenziale alla concertazione con il sindacato, questo per ciò che attiene al metodo. Per il merito, in premessa, abbiamo chiaramente detto che il Siap, esprimerà le formali osservazioni richiesteci, solo dopo il confronto con gli organismi interni e le segreteria provinciali, regionali e sezionali sentito il parere della nostra base. L'occasione dell’odierno incontro con i vertici dell’Amministrazione è stata utile per ribadire la nostra posizione politica e le criticità che emergeranno se non verranno sanati e corretti i seguenti punti nel merito:
A) L’armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico del personale Comparto Sicurezza - Difesa, non può essere svincolato dalla esigenza dal varo di una legge delega o disegno di legge sul riordino delle carriere di tutti i ruoli, ivi compresa la contrattualizzazione della dirigenza. Riordino delle carriere ancor più necessario anche per la nostra Amministrazione, considerata l’oggettiva riduzione degli organici derivanti dalla politica della spending review. I cui effetti faranno si che, nei prossimi due tre anni la riduzione di personale, non inferiore alle 20.000 unità, inciderà pesantemente sugli assetti organizzativi interni e sulle modalità di impiego del personale.
B) I nuovi limiti di età per la pensione di vecchiaia, fissata nella bozza a 62 anni ( nella precedente era fissato a 63) per tutto il personale e tra 63 e 66 anni per direttivi e dirigenti, accelera il processo in atto di innalzamento dell’età media degli operatori di polizia. Fattispecie che non ha trovato e non può trovare la nostra condivisione, per la comprensibile ragione che lo status psico-fisico richiesto ai poliziotti contrasta con le funzioni assegnate e con le prestazioni d’impiego richieste. Oltre a inibire il naturale percorso di carriera del personale ancor di più della dirigenza, con l’aumento dell’età di pensionamento. Inoltre per ciò che attiene alla pensione di anzianità fissata a 59 anni con l’innalzamento progressivo nel sistema delle quote che passerebbe da 92 (57 anni di età + 35 contribuzione) a 99 ( 59 età anagrafica + 40 contribuzione) entro il 2019, ipotesi duramente contestata dal SIAP .Va risolto di conseguenza l’effetto scalone che si creerebbe per coloro i quali hanno acquisito entro il 31 dicembre 2011 o acquisiranno il diritto alla pensione di anzianità tra il 2013 e il 2019. Effetto che il Siap non intende accettare per nessuna ragione; i diritti acquisiti non si toccano .
C) Maggiorazione del periodo servizio (c.d. scivolo dei 5 anni figurativi), abbiamo chiesto che detto beneficio legato alla nostra specificità, non può essere ridotto a 2 anni e 6 mesi, devono restare 5 anni. Fermo restando la previsione dello scivolo, và introdotto un meccanismo tecnico che trasformi gli anni figurativi in contributivi con partecipazione volontaria del personale, almeno sino a che non sarà varata la previdenza complementare. Diversamente le giovani generazioni di poliziotti assunti dal 1 gennaio 1996 e quelle intermedie non avrebbero la possibilità di maturare una pensione pari all’80%, cosa che il Sindacato della base di ispirazione confederale non può e non deve trascurare.
D) Incremento dei coefficienti di trasformazione, del montante contributivo complessivo, diversi da quelli del pubblico impiego, considerato che ai Poliziotti alle forze di polizia e forze armate, si richiede efficienza fisica che l’invecchiamento biologico non può oggettivamente garantire, quindi costretti ad andare in pensione prima degli altri.
Tutto ciò premesso abbiamo anticipato unitamente ad altre sigle, preannunciandola nel comunicato allegato, una prima manifestazione di piazza a Roma per il giorno 3 ottobre 2012.
Roma, 27/09/2012
La Segreteria Nazionale
Negli allegati il comunicato e lo stralcio dell'agenzia Ansa che ha ripreso il comunicato di cartello sulla manifestazione per il 3 ottobre p.v. a Roma