AL MINISTERO DELL’INTERNO
Dipartimento della P.S.
Ufficio Relazioni Sindacali
= ROMA =
e, p.c.
Alle Segreterie Nazionali
= ROMA =
OGGETTO: Questura di Bergamo.
Le scriventi OO.SS. manifestano a codesto Dicastero la propria profonda disapprovazione per come il Questore di Bergamo - Dott. Finolli - ha gestito il personale dipendente in relazione all’episodio di cronaca che ha visto indagati otto operatori per abbandono del posto di servizio e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Codesto Dicastero deve sapere che solo uno dei colleghi implicati nella faccenda che tanto discredito ha gettato sulla Polizia di Stato ha giocato ai videopoker durante l’orario di servizio. In ciascuna circostanza comandato come capo-equipaggio. Gli altri, loro malgrado, sono stati coinvolti perché comandati come autista/gregario della rispettiva volante e si trovano a pagare personalmente anche a causa del mancato funzionamento della filiera di comando della Questura di Bergamo che non ha trovato la maniera più opportuna e ragionevole di impedire ad un proprio appartenente di seguitare in un comportamento, certamente riprovevole, soprattutto se tenuto in servizio, in particolare se in uniforme, ma al quale il diretto interessato probabilmente nulla poteva opporre perché affetto da una patologia che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato affliggere il 3% della popolazione adulta del pianeta. Con una stima del genere è opportuno che codesto Dicastero sappia che possono esserci circa 3.000 poliziotti in Italia potenzialmente affetti da questo grave disturbo comportamentale.
La scelta di indagare sul comportamento dei propri dipendenti, quando quel collega mostrava sintomi riconducibili a quella particolare forma di dipendenza, altrimenti definita come “gioco d’azzardo patologico”, non sembra mostrare particolare propensione alla direzione di un Ufficio complesso come può essere una Questura. Che senso ha, infatti, esporre tutto il personale alla pubblica disapprovazione perché un dipendente è malato? Il Questore Finolli è consapevole del danno arrecato all’organizzazione nel suo complesso? Chi sarà denunciato la prossima volta alla Procura della Repubblica? Il Questore Finolli conosce i rudimenti delle procedure disciplinari e relative sanzioni?
Dirigere il personale in questa maniera dimostra poca lungimiranza e nulla ha a che fare con il sacrosanto dovere di tenere pulita la propria casa. Non sono certo questi i comportamenti che devono essere mostrati alla cittadinanza per dimostrare che la Polizia di Stato è trasparente ed è capace di fare pulizia al proprio interno. Cominci il Questore Finolli a motivare i propri funzionari ad esercitare un controllo più efficace sui dipendenti premiando quelli che producono e tenendosi il Regolamento di disciplina per quelli che proprio non vogliono adeguarsi. Ne avrebbe ricavato certamente una crescita di autorevolezza agli occhi di tutti i dipendenti che gli avrebbe permesso in futuro di chieder loro altri e maggiori sacrifici.
In casi come questi l’organizzazione dev’essere capace di buon senso. Di avere il senso delle proporzioni. Un dipendente è affetto da una qualche forma di dipendenza che può avere gravi conseguenze sulla sua vita sociale e professionale? Lo si segnala al competente servizio sanitario e lo si mette nelle condizioni di non fare altro danno. Era così difficile spostarlo al corpo di guardia per esempio? Non si poteva avviare un procedimento disciplinare per quei colleghi che conoscevano la patologia del collega ludopatico e non lo hanno segnalato al proprio capo-turno o al dirigente dell’ufficio?
Ci auguriamo che l'amministrazione non intenda risolvere il problema di tutti i poliziotti con il vizio del gioco d'azzardo indagando per ciascuno di essi una decina tra i colleghi che lavorano con loro perché altrimenti correremmo il serio rischio di trovarci con un terzo dei poliziotti italiani indagati e costretti a chiedere, di qui a non molto, il rimborso delle spese legali al Dipartimento.
Il Questore Finolli dovrebbe poi, considerato il suo ruolo, essere un po’ più cauto quando parla con la stampa. Dire, ad esempio, che il clima in questura è sereno è del tutto falso. Non c’è un collega, uno, che approvi la scelta di denunciare i colleghi. Tutti hanno manifestato solidarietà ai colleghi coinvolti ed espresso condivisione alle parole delle scriventi OO.SS. secondo le quali per un fatto del genere occorreva intervenire prima, eventualmente usando la disciplina. A confortare questo punto di vista sovviene anche il Giudice per le indagini preliminari, Giovanni Petillo, che nell'ordinanza del 20 novembre 2012 dispone la misura cautelare del divieto di dimora per quattro colleghi proprio “perché non risultano essere state adottate misure interdittive di carattere disciplinare” da parte l’Amministrazione interessata.
Nondimeno sono incredibili e inverosimili le affermazioni secondo cui il personale assegnato all’ufficio è sufficiente. Che il controllo del territorio non diminuirà. Che le pattuglie in servizio saranno sempre sufficienti. Perché ad oggi non c’è stata alcuna integrazione di personale all’Ufficio P.G.S.P. Non è stato recuperato per il servizio di volante nemmeno un collega dagli altri uffici della Questura a seguito del risparmio derivato dal declassamento della scorta dell’Onorevole Calderoli e dell’eliminazione della vigilanza alla sua abitazione. Non è ancora stato reintegrato di personale l’ufficio denunce. Come intenderà coprire i turni di volante con l’approssimarsi del periodo natalizio? Sospenderà i congedi a tutti?
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.