Signor Ministro ALFANO alziamo la voce !

 
FONTE ANSA 15 MAGGIO 2013
TORINO - Il tentato omicidio è una delle ipotesi di reato che la Procura di Torino valuta per l'attacco dell'altra notte al cantiere Tav di Chiomonte. Il fascicolo é aperto contro ignoti. Questa mattina a Palazzo di Giustizia il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, ha incontrato i magistrati che si occupano delle indagini. I pubblici ministeri procedono anche per danneggiamento, porto di materiale esplodente e altri reati satellite.

INQUIRENTI, DIETRO ATTACCO FRANGIA SCOLLEGATA DA NO TAV- Una frangia oltranzista che ha deciso di agire senza coordinarsi con il movimento No Tav "ufficiale", quello composto dai comitati della Valle di Susa: c'e questa mano, secondo le prime ipotesi investigative, dietro l'ultimo attacco al cantiere di Chiomonte. Se ne è anche discusso ieri durante il comitato di controllo sull'ordine pubblico cui ha preso parte il ministro dell'interno, Angelino Alfano. Inquirenti e investigatori hanno rilevato che si è trattato di un'iniziativa preparata con cura e condotta con modalità differenti da quelle che, in passato, avevano accompagnato le proteste dei No Tav: un gruppo di persone che, senza raccordarsi con il movimento, ha deciso di compiere un salto di qualità nella protesta.

Bombe carta, molotov e persino un mortaio artigianale contro il cantiere della Torino-Lione in Valle di Susa. "Fatti gravissimi ed esecrabili" li definisce il ministro dell'interno, Angelino Alfano, dando ragione a chi parla di "escalation" e sottolineando che "lo Stato non si lascia sopraffare dai delinquenti che forse la notte scorsa volevano uccidere". L'"atto di guerra", come lo chiama il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, ha portato alla convocazione lampo, a Torino, di un comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico.

Al tavolo, oltre ad Alfano, c'era il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, il vicecapo vicario della Polizia di Stato Alessandro Marangoni, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, il procuratore Gian Carlo Caselli e il questore di Torino Antonino Cufalo. Alfano ha pronunciato un "grazie di cuore" alle forze dell'ordine e anche alla magistratura "per la forza e l'equilibrio con cui conduce le indagini sulle vicende valsusine". L'assalto è stato portato da una trentina di incappucciati: alcuni hanno creato un diversivo sparando bengala e bombe carta, altri hanno bloccato i cancelli con dei cavi d'acciaio sui cancelli per impedire le sortite dei poliziotti, altri ancora si sono inerpicati su un cocuzzolo e hanno scagliato una dozzina di molotov, danneggiando un mezzo. Le modalità dell'azione e le preoccupazioni per una recrudescenza dell'opposizione al supertreno hanno portato a una serie di decisioni: rafforzare il già nutrito contingente delle forze dell'ordine, allargare la fascia di rispetto del cantiere, creare una task force al ministero delle Infrastrutture fra governo nazionale e istituzioni locali.

"Accelereremo - annuncia inoltre Alfano - la ratifica del trattato fra l'Italia e la Francia", che sarà all'ordine del giorno della prima riunione operativa del Consiglio dei ministri, in programma venerdì. Ltf, società responsabile della sezione transfrontaliera della Nuova Linea Torino-Lione, parla di una incursione "di carattere quasi terrorista", "l'ennesima aggressione, che mette a repentaglio la vita dei lavoratori". Modalità e violenza, secondo il sindaco di Torino Piero Fassino, "richiamano alla memoria stagioni eversive tristi e buie del passato". "Se un giorno dovesse andare storto qualcosa e succedesse qualcosa di più grave, tutti quelli che oggi hanno taciuto se ne dovranno assumere la responsabilità", è l'allarme lanciato dal senatore Pd Stefano Esposito, noto attivista pro Tav, mentre il presidente della Provincia Antonio Saitta non usa mezzi termini e definisce "questa ennesima aggressione un atto di terrorismo". Unanime la condanna della violenza da parte delle forze politiche. E mentre il dibattito si divide tra favorevoli e contrari all'opera, il ministro Lupi ribadisce che "la violenza non fermerà un'opera fondamentale e strategica per l'Italia e per l'Europa" e "a favore della quale si sono impegnati tutti i governi".

NO TAV, 'CHI LAVORA A CANTIERE E' CONDANNATO' - Gli operai che lavorano al cantiere Tav di Chiomonte hanno compiuto una "scelta egoista" che li "mette fuori dalla comunità" e "li condanna a una difficile convivenza con il territorio". Questo post, comparso su uno dei blog di riferimento dei No Tav, è all'esame della Digos nel quadro degli accertamenti sui fatti della Valsusa.

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