della buona politica sindacale, propositiva e costruttiva, messa in atto da SIAP ed ANFP, considerata la delicatezza della materia. Da Salerno il Ministro Maroni ha dichiarato: " ... presto un DL per evitare poliziotti in galera"; il Segretario Generale Tiani, nel verificare la fondatezza di quanto riferito dall'agenzia Ansa, ha avuto ampie conferme dall'Ufficio del Ministro a breve sarà presentato il Disegno di Legge preannunciato.
Nella cauta soddisfazione (seguiremo con particolare attenzione il verificarsi di quanto annunciato) non possiamo non criticare la biasimevole posizione di alcuni pseudo sindacalisti che hanno posto e pongono in essere azioni di vero e proprio sciacallaggio nei confronti di quei colleghi sotto inchiesta per fatti legati all'esecuzione di servizi di polizia (cioè mentre svolgevano il proprio dovere), resi vulnerabili dal disagio patito e vittime sacrificali di azioni che nulla hanno a che fare con il buon sindacato ma venduti al mercato per poche vili tessere sindacali.
Il Sindacato dei Poliziotti al fianco dei colleghi sempre, coerentemente con il proprio mandato di rappresentanza.
- da ANSA - 21 Ottobre
(ANSA) - SALERNO, 21 OTT - "E' protezione che voglio dare alle forze di polizia in modo che non ci sia un pm che le mandi in galera. Sono misure che porterò al Consiglio dei ministri chiedendo un decreto legge perché quello che è accaduto a Roma non accada più". E' quanto ha affermato a Salerno il ministro
dell'Interno, Roberto Maroni, tornando a parlare delle misure annunciate contro le violenze di piazza dopo gli scontri di sabato scorso a Roma. "Non abbiamo strumenti di prevenzione - ha aggiunto Maroni -
le vittime sono i poliziotti, uomini e donne, che dal G8 di Genova hanno la condizione psicologica di passare per carnefici, perché quando un poliziotto viene processato per aver fatto il suo dovere non solo è uomo distrutto ma si diffonde una consapevolezza: 'perche' dovrei fare qualcosa che mi distrugge la vita?'". (ANSA).
- la lettera di SIAP ed ANFP del 17 Ottobre
i gravi fatti di sabato scorso a Roma hanno, ancora una volta, dimostrato l’alto senso dello Stato e la professionalità delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’Ordine per garantire la libertà di manifestare e la sicurezza dei pacifici dimostranti.
Il diritto di manifestare le proprie opinioni e il proprio dissenso è e deve restare inviolabile.
Questa non è solo una volontà costituzionale, ma anche una nostra intima convinzione come di tutti quelli che sono chiamati, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, per cui è necessario che le forze di polizia, senza tentennamenti, siano messe nelle condizioni di operare nella massima tutela e serenità.
Da qualche tempo cerchiamo di spiegare che il mantenimento dell’ordine pubblico può richiedere interventi repressivi con l’uso controllato e proporzionale della forza, come soltanto le forze di polizia addestrate sanno fare.
Al riguardo servono risorse finanziarie per l’assunzione di giovani poliziotti, per l’acquisto di mezzi e strumenti efficienti, finalizzati a contrastare chi abbandonando il dialogo ha scelto la via della violenza contro le istituzioni democratiche.
Riteniamo, altresì, improcrastinabile un intervento normativo sia a garanzia delle forze di polizia impegnate in ordine pubblico, sia a tutela di tutti quelli che intendano manifestare pacificamente il proprio dissenso.
La rivisitazione normativa della disciplina contro la violenza nelle manifestazioni pubbliche va accompagnata da un chiarimento normativo per l’applicazione delle scriminanti previste dagli articoli 51,52 e 53 c.p. per le forze di polizia che operano in servizi di ordine pubblico, poiché non si può sottacere l’eccessivo rigore con cui esse sono applicate, che finisce per aprire la via a numerosi processi penali nei confronti degli operatori di polizia di ogni grado, qualifica e funzione.
Non chiediamo una deroga alla legge o l’impunità né di legittimare gli abusi, ma chiediamo una tutela per agire rispetto a quanto la legge ci chiede di fare.
Riteniamo, infine, oltremodo necessaria una diversa formazione anche dei Magistrati per una compiuta e reale lettura di tali fenomeni, così come ha già fatto la Polizia di Stato con l’istituita scuola di formazione per l’Ordine Pubblico.
Al riguardo, perciò, auspichiamo e chiediamo, una effettiva tutela legale ed una formazione congiunta tra magistrati e polizia come già avviene in Francia in tema di ordine pubblico.