Il 17 ottobre u.s. il S.I.A.P. e l’Anfp scriveva al Presidente del Consiglio e ai Ministri Roberto Maroni e Nitto Palma per chiedere un intervento normativo a garanzia del personale delle forze di polizia impegnate nell’esecuzione dei servizi di ordine pubblico. Ritenendo non più derogabile, un chiarimento normativo per l’applicazione puntuale delle scriminanti previste dagli articoli 51, 52 e 53 del c.p. per le forze di polizia, poiché non si può sottacere l’eccessivo rigore con cui esse sono applicate al nostro personale. In definitiva si è chiesta non una deroga alla legge o l’impunità, né la legittimazione di eventuali abusi, ma una tutela reale dei poliziotti, per consentirgli di agire rispetto a quanto la legge gli chiede o gli impone di fare. Non è mancata la risposta del Ministro Maroni che ha annunciato la volontà di “proporre un DL per evitare poliziotti in galera per fatti legati all’esecuzione del proprio servizio”. Nell’apprezzabile risposta del Ministro non è difficile vedere, a nostro avviso, una rinnovata sensibilità su questi delicati temi anche da parte dell’opinione pubblica, la quale chiede un’effettività della tutela degli uomini che sono dietro ogni azione delle forze dell’ordine. Proprio in virtù del rinnovato clima di attenzione e interesse delle forze politiche, istituzionali e sociali, il S.I.A.P. ha reputato e reputa, sia giunto il momento, che, la nostra Amministrazione riveda e rivaluti le posizioni di quei colleghi dei Reparti Mobili, che, loro malgrado siano stati allontanati dai propri posti di servizio ed aggregati altrove, poiché sotto inchiesta o coinvolti in fatti legati all’esecuzione dei servizi di polizia per l’ordine e la sicurezza pubblica. Cioè mentre svolgevano il proprio dovere. Il S.I.A.P. non chiede sanatorie o colpi di spugna ma una più oculata, approfondita e sensibile valutazione delle singole posizioni degli uomini e delle donne della Polizia di Stato, in molti casi, c’è lo insegna il dato storico e statistico, solo responsabili di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, come nel caso di alcuni degli uomini del Reparto Mobile di Roma per esempio.