Cari colleghi,
apriamo il nostro comunicato parafrasando una delle più belle canzoni del grande Giorgio Gaber, su “La Libertà” (che secondo il testo é… PARTECIPAZIONE!).La libertà (e tutto quello che ne discende, quindi, democrazia compresa), ha bisogno per affermarsi del coinvolgimento di tutti. È a questa regola fondamentale del vivere comune che dev’essere improntata anche l’attività del Sindacato, piuttosto di un partito politico e di altre simili aggregazioni democratiche. Forti del rispetto di questa regola (per noi) sacra, onoriamo il mandato sindacale che molti poliziotti ci hanno affidato. Ciò premesso, veniamo al nocciolo della questione. L’8 novembre scorso l’Amministrazione convocava tutte le Organizzazioni Sindacali per il lunedì successivo (14 novembre 2011) per discutere testualmente su:
“…ulteriori tipologie di orari, che integreranno gli orari in deroga sottoscritti in data 10/5/2010: fascia oraria 16.00/22.00 per servizi di ordine e sicurezza pubblica; fascia oraria 18.00/24.00 e 01.00/07.00 per servizi di polizia giudiziaria e di controllo del territorio; fascia oraria 05.00/11.00 per servizio di accompagnamento cittadini extracomunitari. Le predette fasce orarie, per inderogabili esigenze di servizio, potranno essere anticipate o posticipate di un’ora.”
Fedeli alla nostra stella polare (la partecipazione) abbiamo opportunamente informato tutti i colleghi dei vari Uffici interessati dalla proposta di accordo (non solo gli iscritti alla nostra O.S.), chiedendo loro un parere, animati dal fatto che implementare le tipologie di orari, influisce in maniera determinante sulla vita dei colleghi e su quella delle loro famiglie. Ovviamente l’iniziativa ha, inevitabilmente, causato dei malumori con relative richieste di chiarimenti rivolte ai propri rappresentanti sindacali. Alle ore 9,00 del 14 novembre 2011, una delegazione del SIAP (guidata dal sottoscritto) è stata ricevuta dai rappresentanti dell’Amministrazione per discutere la proposta sopra richiamata e soprattutto per ascoltare le motivazioni (anche se erano intuibili da subito) sulle quali si basava la richiesta di accordo sugli orari in deroga. Come volevasi dimostrare il tutto si fondava sulla razionalizzazione dei capitoli di spesa e la penuria dei fondi (i soldi praticamente) generata dai tagli lineari del governo. Ancora una volta, insomma, si chiedevano sacrifici ai poliziotti. Ed abbiamo detto no. Perché i colleghi (che noi abbiamo informato) hanno detto no! Ma, oggi dire no ad accordi scellerati che pesano enormemente sulla vita e sulle tasche dei poliziotti, si corre il rischio di essere tacciati di populismo e di demagogia. Per via della crisi economica, delle difficoltà del Paese, per la Sicurezza dei Cittadini, etc. etc.. Ebbene, noi quel rischio lo abbiamo corso ed abbiamo detto no all’accordo. E lo abbiamo anche motivato, dicendo alla controparte che i poliziotti hanno già dato. Hanno già dato quando a parecchi non è stato riconosciuto l’assegno di funzione. Hanno già dato quando sono stati insultati da Ministri del Governo all’epoca nel pieno delle sue funzioni. Hanno già dato con i tagli agli straordinari. Hanno già dato con i tagli alle missioni fuori sede. Hanno già dato quando i geni al Governo hanno bloccato gli aumenti stipendiali per quattro lunghi anni. Hanno già dato quando come ogni cittadino ha visto aumentare l’I.V.A. dal 20 al 21%. Hanno già dato quando hanno assistito ai mancati tagli ai costi della politica. Hanno già dato quando hanno assistito inermi ed inebetiti, solo pochi giorni fa, all’approvazione dell’ultimo Rendiconto dello Stato, quando la casta ha estratto dal cilindro ben 150 milioni di euro per la c.d. legge mancia per i collegi elettorali di persone non elette ma nominate (e pensare che per gli assegni di funzione ed altri indennità bloccate ne basterebbero 80 milioni l’anno). E noi saremmo gli irresponsabili populisti e demagoghi. Se per voi dire no all’ennesima richiesta di sacrifici significa esserlo, allora siamo contenti per il vostro insulto. Abbiamo detto no, anche e soprattutto, perché non è compito del Sindacato di Polizia trovare una soluzione ai problemi creati dagli irresponsabili al potere da decenni. Turn-over bloccati, concorsi per nuove assunzioni fermi da dieci anni. Materiali scaduti. Mezzi ricoverati in attesa di riparazioni che non avverranno mai. Altro che 19 Maserati blindate. Alla fine, due dei tre punti all’ordine del giorno (in pratica sì ai sacrifici, no ai soldi degli straordinari e dei cambi-turno), sono passati con il consenso della “Triplice Alleanza Sindacale” in salsa barese. Sì perché a Roma del cartello sindacale a cui anche noi abbiamo dato vita, fa parte una di quelle sigle che a Bari “per senso di responsabilità” costituiscono la famosa maggioranza del 50,1%! Saranno la storia ed i colleghi a giudicare tra chi si sostituisce all’Amministrazione nel risolvere le criticità create dalla cattiva politica e chi rivendica con orgoglio i diritti dei poliziotti. Sul terzo punto in discussione, quello che riguarda gli orari per i servizi di polizia giudiziaria e, quindi, prettamente gli orari dei colleghi che prestano servizio presso la Squadra Mobile, l’Amministrazione in un rigurgito di buon senso (forse stimolato dagli esiti dal nostro dogma della PARTECIPAZIONE), ha deciso di rimandare la decisione ad un altro incontro che avverrà verosimilmente la settimana prossima. Come nostra consuetudine (dimostrata nei fatti anche con un sondaggio tra tutti gli interessati) abbiamo messo al corrente i colleghi delle proposte che circolano nelle ultime ore. Ebbene, anche in questo caso, dichiariamo in anticipo quella che sarà la nostra proposta. Diciamo sin da subito che è nostra intenzione voler salvaguardare la sicurezza dei cittadini e la dignità dei poliziotti. Se la proposta che ci verrà fatta saprà coniugare le due diverse esigenze, bene. Sull’accordo ci sarà anche la nostra firma in rappresentanza dei nostri iscritti. Se ci proporranno la solita ricetta infarcita di sacrifici [come il turno “in terza” sic e simpliciter (e, quindi prevedendo solo l’abbattimento delle ore di straordinario effettuate) di cui si sente spifferare], la risposta la conoscete già. Non si baratta la dignità dei colleghi! Se l’Amministrazione è intenzionata a chiedere altri sacrifici, diciamo sin da ora che, ancora una volta, diremo no.
Buona fortuna a tutti!
Il Segretario Provinciale Generale
Vito Buono