L'INTERVENTO: I REPARTI PREVENZIONE CRIMINE

...

"... i Reparti Prevenzione Crimine vennero istituiti nel 1990 – all’epoca si chiamavano Nuclei Prevenzione Crimine – il cui fine non era e non è quello di sostituirsi alle volanti degli Uffici Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico delle Questure, ma quello di contrastare situazioni di grande criminalità diffusa od organizzata, oppure come rinforzo per grandi eventi, chiaramente regolamentato dai decreti istitutivi. Codesto Dicastero ha da sempre dato importanza al controllo del territorio, condiviso da questa Organizzazione Sindacale, tant’è che nel 1999 il Capo della Polizia sancì, con apposita circolare, lo “sdoppiamento” degli UPG-SP dagli Uffici di Gabinetto, ribadendo che quel personale non venisse distolto dai servizi definiti “propri” di volante. Questa premessa si è resa necessaria perché i timori espressi da chi scrive nella riunione del 20 e 21 maggio 2014, sull’inopportunità di assegnare 500 unità ai RPC (1/3 delle ultime assegnazioni), lasciando di fatto la maggior parte delle Questure senza gli auspicati rinforzi o parziali ricambi di personale avvicendato o in quiescenza, si sono puntualmente verificati. Infatti, i reparti in questione non vengono più inviati di rinforzo ai Questori per grandi eventi o particolari situazioni di grande o diffusa criminalità, ma semplicemente per sostituirsi alle volanti che oramai, per carenza di personale, hanno oggettive difficoltà a coprire tutto il territorio, con il serio rischio di vanificare la loro “mission istituzionale”. Inoltre, il loro attuale impiego dà l’idea di un tentativo di coprire il vuoto operativo connesso alla carenza di personale succitato; ciò non risolve la legittima richiesta di maggiore sicurezza invocata dai cittadini, con delle volanti che costantemente pattugliano i vari territori di riferimento. Inoltre, si aggravano anche i carichi di lavoro degli Uffici aggreganti poiché i Reparti in questione non avendo il supporto degli uffici trattazione atti di P.G., aumentano la mole di lavoro alle Questure o Commissariati di P.S. ospitanti, per le necessarie attività conseguenti. Accade anche che quando sono impiegati in servizi fuori sede, a causa delle note carenze di organico, venga meno da parte degli uffici aggreganti quel supporto coordinato previsto dalle disposizioni in materia. A ciò si aggiunge la giungla di orari e di turnazioni di servizio che devono subire quegli operatori, in barba alle più elementari regole sancite dal vigente Accordo Nazionale Quadro, anche a causa di alcuni dirigenti insensibili all’applicazione delle regole sindacali nella gestione di tali Uffici.” Alla luce di alcune criticità brevemente segnalate, abbiamo chiesto un incontro urgente al signor Direttore Centrale Anticrimine, dr. Antonino Cufalo al fine di meglio argomentare ed esplicare le problematiche che si stanno concretizzando sul territorio, nell’impiego dei Reparti Prevenzione Crimine.

La Segreteria Nazionale
Roma, 19 febbraio 2015

= LEGGI E SCARICA L'ALLEGATO =

vai alla news completa >>