- Il punto di vista -
Intrecci in rete
di Giuseppe Crupi – Dirigete Nazionale SIAP
Veniamo oramai quotidianamente bombardati di notizie da non avere più il tempo di assimilarle! Riflessioni frequenti e conseguenza dell’evoluzione dei media,il consumo di notizie generato dall’avvento della rete, internet, e-mail e social network che si sono ritagliati una bella fetta della giornata di ognuno di noi.
Con i mezzi a disposizione oggi è praticamente impossibile “non sapere”, è fondamentale essere in grado di valutare sia l’attendibilità delle informazioni, cercando di percepire le influenze quindi gli obiettivi che si pone chi le gestisce e le diffonde, ragione per cui è sempre necessario approfondire prima di tutto l’attendibilità della fonte, operazione spesso e involontariamente dai più trascurata che provoca una degenerazione mediatica collettiva che incrementa spesso insicurezza e confusione.
Informazione e controinformazione, ufficiale o indipendente, la degenerazione è sempre in agguato; difatti, scartabellando sulle piattaforme più usate nella rete, non è difficile notare la proliferazione di occasionali o improvvisati dottrinari politici, economisti, giuristi, allenatori, veline e calciatori, imprenditori di se stessi e così via, una miriade di intenditori ad ampio spettro con la soluzione e la polemica spesso portata di mano.
E’ l’evoluzione del “quarto Potere”, dall’espressione che il Deputato Edmund Burke, che nel 1987 nel corso di una seduta alla Camera di comuni del Parlamento inglese che, ispirandosi alla teoria della separazione dei poteri già enunciata da Montesquieu, usò rivolgendosi ai giornalisti presenti, indicava la potenza detonante della comunicazione.
L'Inghilterra del XVIII secolo dunque precursore del ruolo della stampa, già all’epoca come strumento essenziale per la formazione dell'opinione pubblica, punto quest’ultimo che dovrebbe fare riflettere l’odierno lettore sia generico che “partigiano”.
I media tradizionali, sono notoriamente controllati da grandi aziende e comunque nel tempo usati come canali anche “propagandistici” di parti politiche, giornali e in particolare la televisione usati come cardini per la ricostruzione del paese nel dopoguerra nonché locomotive del successivo boom economico.
I media tradizionali si sono evoluti mantenendo oggi buone posizioni considerando che l’avvento della rete ha cambiato le modalità comunicative creando con l’interazione più spazi alla democrazia e al pluralismo, anche se i dubbi permangono, specie sui social network che si basano sul contatto tra gli individui del mondo in maniera praticamente “libera” e trasparente, cosa comunque non da poco.
Allo stesso tempo questa opportunità diventa pericolosa in quanto a volte alimenta soltanto confusione, proprio per i discutibili usi che gli utilizzatori finali di questi canali spesso ne fanno, per volontà o meno, credendo e facendo credere di sapere tutto, quando in fondo non è così!
giugno 2016
Giuseppe Crupi
SIAP Pubblica Sicurezza nr. 57
www.siap-polizia.org/sezione/posts/8434/la-rivista-del-siap.htm