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di questa inedita ed originale maggioranza di stabilire una sorta di cronoprogramma, un calendario, un’agenda in cui compaiano i temi a cuore, non solo del sindacato di polizia e dei poliziotti ma anche di tutti i cittadini: sicurezza, legalità, scuola e lavoro. Per ovvie ragioni politico-sindacali, sui primi due temi vorremmo fossero accesi i riflettori e l’impegno del nuovo esecutivo così come sul terzo per la ricaduta sulle nuove generazioni e sul quarto inteso non solo in senso lato per tutto il Paese ma, per noi segnatamente, come condizione di operatività e quotidianità professionale. Crediamo che i tempi dei proclami, prima degli aggiustamenti poi, siano terminati. Reputiamo sia corretto chiedere attenzione sulle questioni della sicurezza e dei suoi operatori attraverso un confronto costruttivo con il Ministro dell’Interno al quale non mancheremo di sottoporre per le vie ufficiali le nostre argomentazioni. Perché, in realtà siamo un po’ preoccupati da una certa “leggerezza istituzionale e politica” che sembra aleggiare attorno alla nuova compagine di governo: non ce ne voglia nessuno ma il “congiunto” Piersanti (caduto sotto i colpi della mafia) ha lasciato tutti perplessi così come il silenzio sull’uccisione del sindacalista Soumayla Sacko a Vibo Valentia.
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