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"A seguito delle cruente manifestazioni studentesche di Torino e Roma, in cui sono rimasti feriti decine di poliziotti, sono obbligato a rammentare, soprattutto per i più 'nostalgici', che gli scontri nelle manifestazioni di ieri sono distanti anni luce dal contesto socio politico relativo ai fatti di Valle Giulia del 1 marzo 1968 che, con grande lucidità e lungimiranza furono sintetizzati nei versi pubblicati sull’Espresso da Pier Paolo Pasolini il cui insegnamento appare disperso e, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita". Lo afferma Giuseppe Tiani, segretario generale Siap, intervistato dall'Adnkronos, dopo le manifestazioni degli studenti di ieri.
"I fatti che si sono verificati ieri e le gratuite violenze scatenate contro i poliziotti, sempre impegnati nelle piazze e nelle strade teatro di manifestazioni violente, lasciano sempre una ferita profonda e, per certi versi, lasciano irrisolti una serie di interrogativi che pervadono poliziotti e cittadini - sottolinea Tiani - In ogni caso, non si può negare che la sicurezza pubblica e la sua declinazione dell’ordine pubblico siano condizione di libertà e legalità. La Polizia rende alla collettività, attraverso il mantenimento della sicurezza pubblica e del contrasto al crimine, un servizio il cui livello di efficienza costituisce la cifra vera della qualità democratica del Paese e della sensibilità civile del suo sistema politico e di governo. In ciò risiede l’essenza stessa di una democrazia, ragioni per cui, restano incomprensibili le dichiarazioni prive di valutazioni di merito da parte di uomini pubblici e politici, condite da incrostazioni di datato retaggio ideologico e antistorico di un mondo che non esiste più".
"Spero che il Governo inserisca nella propria agenda il varo di regole di civiltà per chi manifesta, nonché più significative tutele per i poliziotti. Ci aspettiamo le scuse di coloro i quali si sono avventurati in dichiarazioni contro i poliziotti, prescindendo dalla realtà dei fatti. Chiedo agli studenti di prendere le distanze dai violenti, evitando così commistioni di qualsiasi tipo che indeboliscono le loro istanze", conclude.