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che grazie alla legge 121/81, la quale a 43 anni dal suo varo e' ancora attuale ed efficiente, si esalta sulla centralita' delle funzioni attribuite alle Autorita' civili di Pubblica Sicurezza, trova la sua straordinaria efficacia nello spirito riformatore del legislatore dell'epoca che comprese come la funzione di Polizia dovesse essere smilitarizzata e ricondotta nell'alveo dell'azione amministrativa di confronto e mediazione tra tutti gli interessi e i diritti che la nostra Carta Costituzionale garantisce ad ogni singolo cittadino e al bene pubblico". "Un'azione riformatrice e democratica che inizio', tra l'altro, con l'emancipazione dei diritti dei poliziotti attraverso l'autorizzare la costituzione di un sindacato libero, per noi d'ispirazione confederale, integrato con il mondo del lavoro, autonomo nei modelli organizzativi e indipendente nelle scelte di politica sindacale. Collante ineludibile tra la societa' civile e la funzione di Polizia giacche', per quest'ultima, rappresenta ancora il vetro attraverso il quale poter sempre guardare nella casa del Ministero dell'Interno e del Dipartimento della P.S. ai quali la legge attribuisce la custodia e la garanzia di tutti i diritti di cittadinanza attiva previsti dalla nostra Costituzione". "Oggi - spiegano Romano e
Tiani - a distanza di tanti anni da quella straordinaria riforma che ha portato e garantito prosperita', sviluppo economico, coesione sociale e sicurezza al nostro Paese, sino a registrare la sconfitta dei capi storici della criminalita' organizzata che per anni hanno devastato e inquinato i nostri territori, registriamo un clima di restaurazione che preoccupa per le linee d'indirizzo strategiche che emergono in tema di funzionalita' e riorganizzazione di alcuni asset strategici del Dipartimento di PS. Ancora di piu' in tema di modalita' di reclutamento e formazione delle giovani generazioni di poliziotti. Giacche' si vuole tornare ad un modello tipo militare di formazione dei funzionari, e quindi della dirigenza, mentre si taglia in modo incosciente e sconsiderato sui ruoli intermedi, come gli ispettori che sono la colonna portante su cui poggia l'intera architettura ordinamentale e funzionale della Polizia". (segue - )
(LA4NEWS/9Colonne) Roma, 5 apr - "Quasi a voler immaginare un corpo composto da tanti generali e molta truppa affinche' nessuno possa contrastare le decisioni operative sul campo. È noto il nostro impegno sindacale e sociale per l'emancipazione dei poliziotti, per la valorizzazione trasparente delle delicate funzioni loro attribuite che, dopo un lungo percorso, poggiano su solide basi culturali, professionali e sulla piena integrazione con la societa' civile, e non sui rigidi modelli che la militarita' impone. Ecco perche' - sottolineano i sindacalisti - siamo preoccupati; se si conviene che una Polizia ad ordinamento civile sia l'unica che possa garantire, in uno stato democratico, un corretto esercizio della funzione dell'Autorita' di P.S. per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico nel rispetto dei principi costituzionali e dei diritti umani, non si possono accettare modifiche al reclutamento e formazione della dirigenza ispirati ai modelli militari". "Il Siulp e il
Siap non possono essere silenti di fronte ai prodromi di linee d'indirizzo strategiche frutto di scelte dirigiste e autocratiche che si ispirano a modelli corporativi che la storia ha ampiamente dichiarati superati e incompatibili con l'evoluzione sociale e la sensibilita' civile e democratica del paese. Non consentiremo che i poliziotti tornino ad essere emarginati e separati dal corpo sociale. Noi non abbiamo dimenticato la battaglia di Valle Giulia del 1° marzo 1968, da cui si origino' il fenomeno del terrorismo eversivo ma anche il dibattito sociale e politico che 13 anni dopo porto' alla smilitarizzazione del Corpo delle Guardie di PS, oggi la moderna e democratica Polizia di Stato". "Per questo chiediamo un confronto con il Ministro Piantedosi e, se necessario, con il Governo per verificare se quanto percepiamo e' l'ennesimo tentativo della parte piu' conservatrice e restauratrice dell'apparato o, invece, una precisa volonta' politica. Vigileremo e ci batteremo affinche' nessuno possa farci tornare indietro, emarginando o rendendo ininfluente il ruolo sindacale e sociale dei poliziotti, delle poliziotte e delle Autorita' Civili di PS., chiedendo, se necessario, anche l'appoggio e il sostegno di tutta la societa' civile" concludono Romano e
Tiani.
Sicurezza: Siulp e Siap, no alla rimilitarizzazione della Polizia
(ANSA) - ROMA, 05 APR - "Si vuole tornare ad un modello tipo militare di formazione dei funzionari, e quindi della dirigenza, mentre si taglia in modo incosciente e sconsiderato sui ruoli intermedi, come gli ispettori che sono la colonna portante su cui poggia l'intera architettura ordinamentale e funzionale della Polizia". Lo affermano i segretari generale dei sindacati di Polizia Siulp e Siap, Felice Romano e
Giuseppe Tiani. "Il Siulp e il
Siap - proseguono - non possono essere silenti difronte ai prodromi di linee d'indirizzo strategiche frutto di scelte dirigiste e autocratiche che si ispirano a modelli corporativi che la storia ha ampiamente dichiarati superati e incompatibili con l'evoluzione sociale e la sensibilita' civile e democratica del paese. Non consentiremo che i poliziotti tornino ad essere emarginati e separati dal corpo sociale". Per questo, aggiungono "chiediamo un confronto con il ministro Piantedosi e, se necessario, con il Governo per verificare se quanto percepiamo e' l'ennesimo tentativo della parte piu' conservatrice e restauratrice dell'apparato o, invece, una precisa volonta' politica. Vigileremo e ci batteremo affinche' nessuno possa farci tornare indietro, emarginando o rendendo ininfluente il ruolo sindacale e sociale dei poliziotti, delle poliziotte e delle autorita' civili di Ps., chiedendo, se necessario, anche l'appoggio e il sostegno di tutta la societa' civile". (ANSA).
Sicurezza: Siulp-Siap, 'no a rigurgiti di rimilitarizzare funzione della Polizia' ADNKRONOS
“Il modello di sicurezza italiano definito unanimemente uno dei migliori al mondo, dopo la riforma della Polizia di Stato e del sistema di sicurezza nazionale, che grazie alla legge 121/81, la quale a 43 anni dal suo varo è ancora attuale ed efficiente, si esalta sulla centralità delle funzioni attribuite alle Autorità civili di Pubblica Sicurezza, trova la sua straordinaria efficacia nello spirito riformatore del legislatore dell’epoca che comprese come la funzione di Polizia dovesse essere smilitarizzata e ricondotta nell’alveo dell’azione amministrativa di confronto e mediazione tra tutti gli interessi e i diritti che la nostra Carta Costituzionale garantisce ad ogni singolo cittadino e al bene pubblico”. Così in una nota il segretario generale del Siulp Felice Romano e il
segretario generale del Siap Giuseppe Tiani. “Un’azione riformatrice e democratica che iniziò, tra l’altro, con l’emancipazione dei diritti dei poliziotti attraverso l’autorizzare la costituzione di un sindacato libero, per noi d’ispirazione confederale, integrato con il mondo del lavoro, autonomo nei modelli organizzativi e indipendente nelle scelte di politica sindacale. Collante ineludibile tra la società civile e la funzione di Polizia giacché, per quest’ultima, rappresenta ancora il vetro attraverso il quale poter sempre guardare nella casa del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della P.S. ai quali la legge attribuisce la custodia e la garanzia di tutti i diritti di cittadinanza attiva previsti dalla nostra Costituzione”, continuano.
“Oggi - spiegano Romano e
Tiani - a distanza di tanti anni da quella straordinaria riforma che ha portato e garantito prosperità, sviluppo economico, coesione sociale e sicurezza al nostro Paese, sino a registrare la sconfitta dei capi storici della criminalità organizzata che per anni hanno devastato e inquinato i nostri territori, registriamo un clima di restaurazione che preoccupa per le linee d’indirizzo strategiche che emergono in tema di funzionalità e riorganizzazione di alcuni asset strategici del Dipartimento di Ps. Ancora di più in tema di modalità di reclutamento e formazione delle giovani generazioni di poliziotti. Giacché si vuole tornare ad un modello tipo militare di formazione dei funzionari, e quindi della dirigenza, mentre si taglia in modo incosciente e sconsiderato sui ruoli intermedi, come gli ispettori che sono la colonna portante su cui poggia l’intera architettura ordinamentale e funzionale della Polizia”. segue
(2) Sicurezza: Siulp-Siap, 'no a rigurgiti di rimilitarizzare funzione della Polizia' (2)
“Quasi a voler immaginare un corpo composto da tanti generali e molta truppa affinché nessuno possa contrastare le decisioni operative sul campo. È noto il nostro impegno sindacale e sociale per l’emancipazione dei poliziotti, per la valorizzazione trasparente delle delicate funzioni loro attribuite che, dopo un lungo percorso, poggiano su solide basi culturali, professionali e sulla piena integrazione con la società civile, e non sui rigidi modelli che la militarità impone. Ecco perché - sottolineano i sindacalisti - siamo preoccupati; se si conviene che una Polizia ad ordinamento civile sia l’unica che possa garantire, in uno stato democratico, un corretto esercizio della funzione dell’Autorità di P.S. per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nel rispetto dei principi costituzionali e dei diritti umani, non si possono accettare modifiche al reclutamento e formazione della dirigenza ispirati ai modelli militari”. Il Siulp e il
Siap "non possono essere silenti di fronte ai prodromi di linee d’indirizzo strategiche frutto di scelte dirigiste e autocratiche che si ispirano a modelli corporativi che la storia ha ampiamente dichiarati superati e incompatibili con l’evoluzione sociale e la sensibilità civile e democratica del paese. Non consentiremo che i poliziotti tornino ad essere emarginati e separati dal corpo sociale. Noi non abbiamo dimenticato la battaglia di Valle Giulia del 1° marzo 1968, da cui si originò il fenomeno del terrorismo eversivo ma anche il dibattito sociale e politico che 13 anni dopo portò alla smilitarizzazione del Corpo delle Guardie di PS, oggi la moderna e democratica Polizia di Stato”. “Per questo chiediamo un confronto con il Ministro Piantedosi e, se necessario, con il Governo per verificare se quanto percepiamo è l’ennesimo tentativo della parte più conservatrice e restauratrice dell’apparato o, invece, una precisa volontà politica. Vigileremo e ci batteremo affinché nessuno possa farci tornare indietro, emarginando o rendendo ininfluente il ruolo sindacale e sociale dei poliziotti, delle poliziotte e delle Autorità Civili di PS., chiedendo, se necessario, anche l’appoggio e il sostegno di tutta la società civile”, concludono.