Cari colleghi, può essere sia un esercizio amaro, ma anche un fatto autenticamente rivoluzionario, nel senso di poter provocare un cambiamento profondo in ciascuno di noi, constatare che ogni volta che si toccano poteri forti, che di solito non corrispondono a quelli formali anche alle nostre latitudini, e si difendono legittimamente i diritti di tutti noi, ecco che con puntualità , da parte di chi evidentemente teme il Diritto e l’uguaglianza, perché questo porterebbe a minare i privilegi di questi, avviene che i detentori di tali poteri mettono in giro commenti di basso profilo umano e professionale che tendono a perdere di vista il vero ruolo del sindacato che ha legittimamente difeso un diritto o un interesse legittimo
Poco tempo fa, infatti, il SIAP è intervenuto, su sollecitazioni di più colleghi – ripeto di più colleghi – sull’interesse alla visita di controllo a domicilio quando ci si trova in aspettativa.
L’intervento del sindacato, a questo punto è bene chiarirlo, si è innescato dopo che, nel tempo, si era percepito che venivano lesi ripetutamente gli interessi, legittimamente protetti, di molti , nel momento in cui a più di qualche collega veniva richiesto di recarsi al medico della Polizia, quando l’assenza legittima era fruita in regime di aspettativa.
Tra l’altro, proprio oggi, sono venuto a conoscenza di un altro caso simile.
Atteso che il presentarsi innanzi al medico non costituisce un obbligo, e lo abbiamo dimostrato, a seguito di una chiamata ricevuta da parte di collega del ruolo degli Ispettori e dopo esserci confrontati, per l’ennesima volta, con l’ufficio del personale, è stato necessario effettuare un intervento che a quel punto era utile per difendere i diritti di tutti quelli che si sono trovati e si troveranno nelle stesse condizioni (iscritti o no al Siap). Infatti così è stato.
La cosa che merita un sovrappiù di riflessione è che, così, giusta o sbagliata che fosse considerata la rivendicazione, la consueta macchina della disinformazione si è avviata come un implacabile mannaia.
In sostanza, qualcuno, ha messo in giro la voce che il SIAP si è mosso per difendere un collega - facendo nome e cognome e quindi presumibilmente violando la sua privacy in luoghi di lavoro dove evidentemente questa violazione pare avvenga di continuo a danno di tutti – che in quel momento si trovava in aspettativa insieme ad altri, compreso al collega che mi ha contattato e a quelli che lo hanno fatto prima, facendo leva su eventuali stati d’animo che ingenerano antipatie ecc…..
Detto questo, Il SIAP, sia ben chiaro, non difende gli antipatici o i simpatici, ma difende i diritti e gli interessi legittimi che, per definizione, non hanno né nome né cognome e soprattutto vanno riconosciuti, in quanto tali, a Tizio, a Caio, a Sempronio, a Mevio e a tutte le “n” persone che si trovano nelle medesime condizioni a prescindere dalle altre loro condizioni personali, dalle loro storie, dalle vicissitudini passate e presenti estranee all’oggetto e al merito preciso di una decisione.
Cari colleghi, ricordate sempre, che ogni volta che il sindacato difende i vostri diritti legittimi, l’arma dei violatori dei diritti è quello di screditare per evitare le questioni di merito.
Le norme poste a presidio di diritti ed interessi legittimi sono, vorrei ricordarlo anche a costoro che denigrano l’operato del Siap, generali ed astratte: non si applicano per gli amici e si interpretano restrittivamente per i nemici; si applicano a prescindere dal colore della pelle, dalle convinzioni politiche e religiose, dalla tessera sindacale che si ha in tasca, e persino dal fatto che si sia in presenza di un super poliziotto ovvero da un poliziotto normale, immerso in mille difficoltà o con qualche negativo precedente di servizio o disciplinare.
E’ proprio questa nostra mentalità, cari colleghi, convincetevi, che da fastidio, perché sottrae privilegi e questi personaggi non potranno per il futuro comportarsi in modi diversi a secondo di chi in quel momento deve usufruire, magari, di un istituto contrattuale.
Del resto, è bene ricordarlo, in questa Questura si stava negando l’accumulo del congedo ordinario a chi, causa aspettativa per una patologia grave che ha determinato un grave evento che ha colpito tutti noi tristemente, era stato assente dal servizio per un lungo periodo.
Del resto, è anche avvenuto che non si accettassero le domande di congedo straordinario per gravi motivi senza dare formali dinieghi o consensi.
L’ufficio, guarda caso, è sempre lo stesso!!!!!!!!!!
Perché la cultura del sospetto, la cultura dello stigma, delle donne e degli uomini di serie “A” e quelli di serie “B” o “C”, quelli che possono tutto e quelli a cui si può negare tutto, perché ciascuno dei colleghi rappresenti realmente un’opportunità di uguaglianza, di successo, anche di riscatto, il Siap di Piacenza continuerà la sua lotta anche in Questura.
Annuncio pertanto, cari colleghi, che noi del Siap stiamo organizzando, anche su questi temi, una assemblea sindacale a cui intendiamo far partecipare un segretario nazionale.
Si discuterà, poi, delle varie preoccupazioni che sono sorte in noi causa le varie finanziarie che si susseguono. Il diritto, e concludo, va difeso sempre e a qualunque costo, perché far finta di non vedere ciò che avviene, diventare parassi consolidata e poi usata contro ogni singolo lavoratore, anche quello che si sente più al sicuro, più apparentemente protetto.
Il Segretario Provinciale S.I.A.P. Piacenza sandro Chiaravalloti