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oltre che negli attivi provinciali regionali e interregionali propedeutici alla celebrazione del prossimo congresso nazionale. È chiaro che per chi fa sindacato come lo abbiamo fatto sempre noi, il momento dell’incontro e del confronto con i colleghi è fondamentale. Siamo sempre stati convinti che le strategie sindacali che nascono e crescono nelle sole stanze delle segreterie nazionali non portano a nulla; l’azione propulsiva nasce dall’ascolto, dal confronto e dal dibattito con i colleghi – iscritti o meno, perché questo alla fine è ininfluente rispetto all’umore che si può captare in un’assemblea sindacale. Perché solo chi vive sulla propria pelle quotidianamente quanto scritto e decretato può effettivamente giudicare la bontà o meno di un assunto, una circolare, una presa di posizione ministeriale etc. In questi primi giorni di assemblee (molte altre sono già in calendario) abbiamo registrato il cauto ottimismo per il riordino delle carriere, finalmente si intravede una luce di speranza per quanti hanno visto sino ad oggi la progressione di carriera bloccata. Non è la panacea a tutti i mali ma quantomeno un buon inizio è … Abbiamo percepito l’amarezza per quanto accaduto con il blocco salariale; c’è voluta una sentenza della Corte Costituzionale per decretare l’illegittimità del blocco dei contratti e degli stipendi della PA, è stata riconosciuta la fondatezza delle nostre posizioni, rimane di fatto in piedi la nostra azione legale con il ricorso SIAP presso il Tar Puglia per il riconoscimento anche degli arretrati; continuiamo a ritenere vergognoso l’aver ancorato le retribuzioni dei poliziotti e di tutti gli operatori della sicurezza al carrozzone informe e generalizzante del pubblico impiego. Una nota positiva la possiamo vedere nel fatto che sia stato però stabilito che occorrerà dare l’avvio ai rinnovi contrattuali; a tal proposito ci appaiono chiacchiere ottobrine le dichiarazioni di manifestazioni per quanto invece già dato per legge (ossia il rinnovo dei contratti di lavoro). Inoltre forte è la preoccupazione in tutti per la riorganizzazione dei presidi di polizia, poiché poco chiaro appare il futuro dei colleghi in servizio in quei posti destinati alla soppressione. Di questo si fa carico il SIAP: chiarire i punti oscuri e non fare vaghe promesse ma lottare con determinazione – e a volte con coraggio solitario – affinché i colleghi e le loro famiglie non siano penalizzati. Perché garantire ordine e sicurezza è un nostro dovere, ma si può farlo anche con la serenità dei lavoratori in uniforme.
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